Cipro non era certo in cima alla mia lista di destinazioni da visitare ma una serie di coincidenze favorevoli mi ha convinto a passarci una settimana, e debbo ammettere che non sono affatto pentito di esserci andato. Ne sapevo talmente poco che il posto che ho scelto come base, Paphos, non lo avevo mai nemmeno sentito nominare.
La prima impressione è stata subito molto positiva già all’aeroporto, dove sono tutti strarilassati e ti accolgono con larghi sorrisi e qualche parola di italiano. Arrivando dall’aeroporto di Tel Aviv, dove regna la tensione e non ti mollano con i controlli e le domande assurde nemmeno quando te ne stai andando ( un’arcigna giovane poliziotta non era convinta che Udine fosse in Italia, ho dovuto insistere ), sembra di essere approdati in qualche aeroporto esotico lontanissimo.
Paphos è la classica città che vive di turismo soprattutto estivo, anche se già a marzo ci sono temperature gradevolissime e si gira in pantaloncini, infradito e maniche corte ( l’acqua del mare però è un po’ freddina ). In questo periodo comunque c’è poca gente e l’atmosfera sonnolenta ricorda un po’ le nostre città turistiche sul mare poco prima che inizi la stagione. Mi ha ricordato anche qualcosa delle città più note della Costa del Sol in Spagna, con le discoteche rumorose e i pub che danno le partite e le corse di cavalli tutto il giorno e gli inglesi fissi a bere birra dalla mattina. La fauna di stranieri è molto varia: ci sono i ricchi e i ricchissimi ( soprattutto russi ) che probabilmente ci vengono per svernare o proprio si sono trasferiti per un buen ritiro ( credo che gli diano anche il passaporto dell’UE ), quelli della classe medio/bassa che vengono a farsi una o due settimane di “bella vita” a buon mercato ( soprattutto inglesi e dell’Europa del Nord ), poveracci vari, backpackers e viaggiatori di lungo periodo di passaggio. L’ho trovata molto gradevole, ottima per rilassarsi e passare qualche giorno senza pensieri, facendo belle passeggiate e bevendo ottimo vino bianco. D’estate ovviamente deve essere un mezzo inferno, non ci verrei neanche a pagamento.
E’ anche una città d’arte ( è stata capitale europea della cultura nel 2017 ) con alcune cose piuttosto interessanti da vedere, soprattutto le rovine dell’antico centro romano. Le spiagge sono accettabili ma non sono il massimo, però basta spostarsi di pochi chilometri per trovare posti stupendi deserti con mare favoloso.
Come base per visitare l’isola è ottima: è nel mezzo della costa Sud-Ovest, che è quella più sviluppata; è ben collegata alle altre città; l’offerta turistica è molto ampia e c’è di tutto per tutte le tasche; c’è un aeroporto usato dalla Ryanair che la collega a varie città italiane ed europee.
Non ho girato tantissimo, visto che erano giorni dedicati principalmente al cazzeggio, ma comunque quelle tre o quattro cose teoricamente più interessanti le ho viste.
Mi ha piacevolmente sorpreso la capitale, Nicosia, che è proprio carina nella parte europea e molto strana e inquietante nella parte turca. La città infatti è ancora divisa a metà da un muro ( è l’ultima capitale del mondo divisa ) con una zona cuscinetto presidiata dall’ONU e regolari poliziotti di frontiera che controllano i documenti quando si passa da una parte all’altra. I problemi tra le due comunità greca e turca vengono da lontano ma la divisione è relativamente recente, dagli scontri del 1963-64 che portarono l’isola a dividersi di fatto in due Paesi, Cipro ( oggi parte dell’UE ) e Cipro del Nord ( riconosciuto solo dalla Turchia ). E’ una città antichissima ( di almeno 4500 anni ) che ha visto passare popoli di ogni tipo, dai Greci, Assiri e Romani fino ai Veneziani ( che costruirono anche le fortificazioni a forma di stella che contraddistinguono la città ), agli Ottomani e infine agli Inglesi prima dell’indipendenza nel 1960. Non c’è però molto da vedere come monumenti, o comunque nulla di paragonabile a ciò che si può vedere in altre parti dell’isola.
La Nicosia europea mi è sembrata tranquilla e multiculturale ( stranamente c’erano un sacco di indiani ), con bei localini, bar e caffè nei vicoli della città vecchia. L’altra parte, quella turca, è in parte abbandonata e in alcune zone sembra che tutto sia rimasto fermo agli anni sessanta. C’è veramente un’atmosfera da città fantasma un po’ inquietante ma la gente è simpatica e nel complesso l’ho trovata molto affascinante.
Limassol mi è piaciuta meno, a parte qualche angolo nella città vecchia e dei bei graffiti qua e là. C’erano molti lavori in corso, da quanto ho capito l’obiettivo è attirare turisti danarosi in cerca di grandi hotel, spa e centri commerciali. Credo sia anche una tappa classica per crociere nel Mediterraneo. Visto che non c’era molto da fare ho deciso di andare a vedere le rovine di Kourion, che si trovano poco fuori città e sono tecnicamente in un altro Stato, un’enclave britannica tipo Gibilterra o le Bermuda. Più belle di quelle di Paphos, si trovano su di un promontorio con degli scorci sul mare veramente fantastici, un gran bel teatro, mosaici di gladiatori, un grande foro.
Un altro classico da vedere è la Afrodite’s Rock ( Petra Tou Romiou ), ovvero il luogo dove secondo la leggenda nacque Venere, quello del quadro di Botticelli. Già che c’ero ho deciso di andare a vedere anche Kouklia che è un delizioso paesino con belle casette bianche, giardini con cactus e un paio di osterie molto vecchio stile. Il paese si trova sul sito dell’antichissima Palepaphos e ci sono altre rovine molto interessanti con il famoso tempio di Afrodite che risale all’età del bronzo ( 5000 anni fa circa ) e un bel castello medievale ben conservato. Poi ho deciso di farmi un pezzo di campagna e di costa a piedi. Posti stupendi tra ulivi, fiori colorati e uno spettacolare mare blu e turchese. La Afrodite’s rock è un posto molto suggestivo piuttosto turistico ma non sfruttato ( c’è praticamente solo un bar ). Bellissimo mare anche per fare il bagno, ma non c’è spiaggia, solo sassi.
Infine sono andato a dare un’occhiata anche alla baia di Polis, che si trova sulla costa ovest in una parte dell’isola ancora relativamente poco sfruttata ( è quasi più un posto di vacanza di locali che una località per turisti ). La spiaggia non è il massimo, ma è una zona molto bella e selvaggia, che volendo si può esplorare nella parte più isolata della penisola Akamas in bicicletta o anche a piedi. Nel complesso mi è piaciuta comunque, c’era una bella atmosfera rilassata da piccolo paesino cipriota. E il viaggio in bus da Paphos è proprio bello, con splendidi scorci sia sul mare che sulle campagne.