Lucknow ( prima parte )

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lucknow, moschea del grande imambara

Lalbagh, Lucknow, Uttar Pradesh

Il famoso viaggiatore inglese Darlymple, che ha passato diversi anni in India, nel suo best seller “In India”, descrive Lucknow ( o sarebbe meglio dire Lachnau, ormai tutte le citta’ indiane hanno cancellato i vecchi nomi dati dal Raj britannico ) come una delle citta’ piu’ degradate, misere e malconce di tutto il Paese. La storia recente di questa citta’ in effetti e’ molto triste: conosciuta nel mondo per un paio di secoli come una delle piu’ belle citta’ dell’Asia, ricca di giardini bellissimi, palazzi da mille e una notte e spettacolari moschee, dopo la divisione del ’47 e’ stata quasi completamente rovinata dai nuovi abitanti della citta’, i Punjabi ( quasi tutti i musulmani dovettero fuggire in Pakistan ), molto bravi negli affari ma senza la minima sensibilita’ artistica. Ed e’ evidente che questi Punjabi non avevano nulla in comune con quelli che hanno costruito il tempio d’oro di Amritsar, dal mio punto di vista uno dei piu’ bei monumenti del mondo e probabilmente il piu’ affascinante tempio dell’India, forse assieme al mistico/psichedelico Meenaksi temple di Madurai.

In realta’ l’analisi di Darlymple e’ vera solo in parte: questa citta’ e’ davvero molto decadente ma non e’ certo agli ultimi posti tra le citta’ piu’ degradate dell’India. E anche se i suoi famosi palazzi sono stati abbattuti, saccheggiati, abbandonati o trasformati in squallidi uffici, molti giardini e monumenti di eccezionale bellezza sono ancora al loro posto, malgrado non siano in ottime condizioni e abbiano certamente visto tempi migliori. Il complesso del grande Imambara, che comprende anche la moschea Jama Masjid, l’Husainbad Imamabara, la Moschea Husainbad, la torre dell’orologio, la porta monumentale Rumi Darwaza e la picture gallery nel periodo di massimo splendore della dinastia Nawab deve essere stato senza dubbio uno dei complessi monumentali piu’ belli del mondo. Ed e’ assolutamente inaccettabile che oggi parte di questo patrimonio sia lasciato al piu’ completo degrado e che i giardini di un tempo, ricchi di fiori, palme e secolari alberi tropicali, siano trattati come delle discariche. La cosa peggiore che ho visto e’ il laghetto che si trova tra la picture gallery e la torre dell’orologio, che da lontano sembra un piccolo angolo di paradiso, diventato una palude maleodorante nella quale galleggia ogni tipo di immondizia. Mi e’ piaciuto molto invece il piccolo Imambara, meno imponente del suo fratello maggiore, ma conservato molto meglio. E’ veramente strano leggere in sbiaditi cartelli che spiegano sommariamente la storia di questi monumenti che sono stati eretti meno di 300 anni fa, quando a prima vista sembrano rovine di un perduto mondo antico contemporaneo a quello dei Greci e dei Romani.

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piccolo imambara

Malgrado anche l’Italia sia un paese decadente e in declino ( ovviamente per motivi diversi ) l’amore per i nostri monumenti non e’ mai diminuito ed e’ qualcosa che ci ha sempre contraddistinto nel mondo, quasi come se ci sentissimo i custodi dell’arte e delle bellezza, che a mio avviso nel nostro paese ha raggiunto il suo apice nel corso del Rinascimento. Non riuscirei mai ad immaginare le nostre ville, i nostri palazzi, le nostre chiese o le nostre rovine romane lasciate abbandonate a se’ stesse in mezzo a disgustosi cumuli di spazzatura. E sono certo che se anche l’Italia dovesse diventare il paese piu’ povero del mondo ci sara’ sempre qualcuno che vigilera’ sui nostri tesori, impedendone il degrado.

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la residency

Tra gli altri monumenti molto bello il complesso del Kaiserbagh palace ( con il giardino forse in migliori condizioni ) e delle tombe di Amjad Ali’ Shah e delle moglie. C’e’ poi un altro monumento che purtroppo non rivedra’ mai i fasti del passato e malgrado abbia poco piu’ di 200 anni e’ ridotto talmente male che e’ davvero difficile, se non impossibile, immaginarlo com’era ai tempi della dominazione inglese. Si tratta della “Residency”, che fu costruita dalla dinastia Nawab per l’amministrazione inglese e fu teatro della sanguinosa insurrezione del 1857. In realta’ del palazzo non resta quasi nulla, nessun restauro e’ stato mai fatto e passeggiando per i viali di alte palme non si puo’ fare a meno di pensare che luoghi come Pompei, il Partenone o le Piramidi, malgrado siano molto piu’ antichi sono decisamente in migliori condizioni. Oggi “the Residency” e’ un grande parco con alberi secolari frequentato per lo piu’ da coppiette in cerca di intimita’ ( che non disdegnano di incidere i loro nomi sui muri del palazzo ) e da allegre famigliole che ci vanno a fare il pic-nic della domenica ( e che poi ovviamente lasciano tutta la loro immondizia sul posto… ).

Continua…

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