Bangkok, Thailand
L’ultima parte di questo viaggio in Laos la passsero’ tra Luang Prabang e Vientiane, la zona piu’ turistica del paese. La lunga attesa per il visto birmano ( 5 giorni… ) condizionera’ non poco i miei piani, e alla fine decidero’ di tornare in Thailandia e di vedere un paio di citta’ nel nord est del paese, risparmiando cosi’ due giorni di viaggio che mi ci volevano per andare nel sud del Laos e poi per andare a Bangkok.
In queste citta’ c’e’ un po’ un campionario quasi completo di quanto di peggio oggi puo’ offrire il turismo: dal turista ignorante ed arrogante che non si toglie le scarpe quando entra in un tempio all’ubriacone inglese che inzia a bere “beeerlaao” alle 8 di mattina; dalla ragazzina americana che non ha la minima idea di dove sia il Laos ( e ha dei dubbi anche sulla Spagna… ) al backpacker annoiato che e’ venuto qui solo perche’ gli hanno detto che “c’e’ l’erba bbuona”; dal ragazzo americano o australiano che gira sempre a petto nudo, shorts e infradito perche’ e’ convinto di essere perennemente in spiaggia alle coppie di 50/60enni inglesi e francesi che si comportano come dei lord ai tempi del colonialismo; dal giapponese che fotografa anche i sassi al francese che viene qui a bere… vino francese!! Fortunatamente ci sono poche mignotte, altrimenti a completare il gia’ tristissimo quadro ci sarebbero anche i puttanieri e i pedofili, che per ora preferiscono la Thailandia e la Cambogia.
La maggior parte di questa gente viaggia solo per noia, o perche’ “e’ di moda” andare in Laos piuttosto che in Kenya o in Brasile. Non gliene frega nulla della cultura del posto, della gente che ci vive, di cio’ che pensano o delle loro tradizioni, sono interessati solamente a fare fotografie di cio’ che la guida Lonely Planet dice che e’ bello e interessante, a comprare souvenir, ad andare a mangiare in improbabili pizzerie svedesi o coreane e soprattutto a bere piu’ birre possibili ( anzi secondo me la vera molla che fa desiderare di viaggiare queste persone e’ proprio l’idea di andarsi a bere una birra in posto “esotico” ).
In questo marasma di turisti non e’ difficile distinguere dei viaggiatori genuini, e infatti il primo giorno a Luang Prabang faccio subito amicizia con due simpatici spagnoli, Enrique e Vero, lui delle Canarie ( Fuerteventura ) e lei basca. Anche loro si sentono abbastanza a disagio in questo strano ambiente ( e poi si sono fatti pure 2 giorni nella assurda Vang Vieng ) e soprattutto Enrique ci tiene molto a dire che lui e’ un “viajero”, e che non ha nulla a che fare con questa gente. Gli dico che se chiede qui a 100 persone a caso cosa sono quasi tutte risponderanno che sono dei “travellers”, e che ormai e’ meglio lasciar perdere le definizioni. L’eterna diatriba viaggiatore-turista mi ha sempre annoiato ( e’ una classica discussione da Bar ), e’ evidente che ci sono delle differenze ( la popolare teoria del “ormai siamo tutti turisti” e “il viaggiatore e’ solo un turista con pochi soldi” e’ una gran minchiata, proposta dal solito guru/blogger americano che non sapeva piu’ cosa inventarsi per distinguersi dalla massa e poi diffusa su internet dai suoi seguaci dalla testa vuota ), ma prendendo una posizione si rischia di venire incasellati in classici luoghi comuni ormai senza senso: “il vero viaggiatore”, “il backpacker”, “l’avventuriero”… Meglio viaggiare alla propria maniera e fregarsene di tutto.
Dopo aver visto Vietnam, Cambogia, e questa parte del Laos sono abbastanza delusi dal Sud-Est Asiatico, secondo loro ci sono troppi turisti e c’e’ troppa gente che cerca di fregarti. Un po’ come tutti sentono la nostalgia dell’India ( ma pensandoci bene anche la’ turisti e persone che ti vogliono fregare certo non mancano, anche se e’ davvero un’altro mondo ), e sperano di tornarci al piu’ presto. Li rincuoro dicendo che il nord del Laos, e in buona parte anche il nord della Thailandia, non sono cosi’ ( almeno per ora ).
Luang Prabang, spesso citata come una delle 10 destinazioni da non perdere in Asia e dichiarata patrimonio mondiale dell’umanita’, e’ una citta’ abbastanza carina ma veramente non e’ nulla di cosi’ eccezionale o imperdibile. Mi e’ sembrato il classico caso di citta’ senza grandi attrattive enormemente sopravvalutata grazie ad una buona pubblicita’ ( probabilmente venuta dagli Stati Uniti ) e al passaparola. Tra l’altro tutto sembra finto e fatto su misura per i turisti, perfino la squallida “sfilata” dei monaci che da seria cerimonia religiosa e’ diventata un ridicolo teatrino dove la gente va a farsi fotografare con questi poveracci che sono costretti a subire senza potersi lamentare.
La cosa piu’ interessante della citta’ e’ forse il bel night market dove ci sono cose carine e originali ( principalmente prodotti hmong ) e dove si mangia benissimo per pochi spiccioli, c’e’ anche un fornitissimo buffet vegetariano.
Anche a Vientiane non mancano certo i turisti, c’e’ un continuo viavai di gente che gira con zaino in spalla e lonely planet in mano, in cerca di un albergo o della stazione degli autobus. La citta’ e’ piuttosto anonima per essere una capitale, anche se qualcosa di interessante da vedere c’e’ e, contrariamente a Luang Prabang, non e’ il classico parco a tema asiatico per occidentali ma una vera citta’ laotiana, con un pizzico di “carattere” europeo, lasciato dai nostri cugini d’oltralpe. Certo non consiglierei a nessuno di passarci 5 giorni, c’e’ da rompersi le palle, ma puo’ essere una piacevole sosta in partenza o in arrivo dalla Thailandia. Tra l’altro ci sono moltissimi ottimi ristoranti e vere paninoteche con baguettes dove si mangia benissimo. Anche il famoso tramonto sul Mekong in effetti e’ splendido, forse il migliore visto in questo viaggio.
A Vientiane ci sono pochissime guesthouse, e tutte molto care e ovviamente sempre piene, quindi ho deciso di ripiegare su un dormitorio, un posto veramente squallido ma supereconomico, dove tutto sommato mi sono anche divertito a vedere la fauna di backpackers che lo popolava. Ce n’erano alcuni che praticamente non uscivano mai dalla guesthouse, al massimo scendevano di sotto a comprare delle birre, e stazionavano tutto il giorno in terrazza a fumare cannoni. Altri arrivavano la mattina e gia’ nel primo pomeriggio erano distrutti e crollavano a letto. Ogni sera si sentivano gli stessi, identici, discorsi, mi sembrava di sentire una registrazione: io sono stato qui, poi li’, poi la’…anch’io sono stato la’, ma poi sono stato anche laggiu’…io invece ci sono andato in bicicletta…io invece in moto…io qui…io la’…io sto facendo il rtw…anch’io! cool…io sono stato in quella guesthouse, era cosi’ cheeeeap…e quel ristorante, era veeery cheeeeap! Si’ bello quel posto, ma dieci anni fa era molto meglio, ora ci sono troppi turisti…
P.S. Viaggiare con i mezzi pubblici ormai e’ una cosa per vecchi nostalgici come me, la nuova frontiera del viaggiatore e’… la bicicletta!! E’ incredibile il numero di viaggiatori-ciclisti che si incontrano da queste parti, nel solo tratto da Luang Prabang a Vientiane ne ho visti decine. Ovviamente anche questa e’ una stupida moda, pochi di questi sono veri ciclisti o appassionati, anzi alcuni si vede che sono vistosamente fuori forma e lo fanno solo per “distinguersi” dalla massa.
info utili ( ulima parte Laos )
Minibus Luang Nam tha-Muang Sing: 20.000 kp, 2 ore Guesthouse Tai Lu: 30.000 kp
Minibus Muang Sing-Muang Long: 20.000 kp 2 ore Guesthouse Tatseny, 50.000 kp
Minbus Muang Long-Xieng Kok: 25.000 kp, 1 ora Guesthouse Kimkhong, 20.000 kp ( camera doppia divisa col francese )
Bus Luang Nam Tha-Udomxai: 30.000 kp, 4 ore, guesthouse di fronte al bus stand, ottima e pulitissima per soli 40.000 kp.
Bus Udomxai-Muang Khua: 35.000 kp, 4 ore Guesthouse Manichan 30.000 kp
Barca Muang Khua-Hat Sa: 100.000 kp, songtao Hta Sa-Phongsali 10.000 kp, guesthouse yuhua 30.000 kp
Bus Phongsali-Udomxai 75.000 kp, 9 ore
Bus Udomxai-Luang Prabang: 50.000 kp, 5 ore, guesthouse sulla strada del night market ( non ricordo il nome ), 40.000 kp
Bus Luang Prabang-Vientiane: 95.000 kp, 9 ore, dormitorio al Sabaidy 25.000 kp
Bus per NongKhai in Thailandia: 17.000kp