Sibu, Malaysian Borneo
Premessa: la prima impressione che ho avuto della Malesia, nel frastuono del centro di Penang, e’ stata tutt’altro che positiva, dopo quasi due mesi nell’arretrato Myanmar e qualche giorno nella rilassata Prachuap Khiri Khan, mi sono sentito un alieno in questo paese moderno, pulito, ipertecnologico, dove la gente non ti sorride e che anzi sembra aver la stessa espressione preoccupata che contraddistingue noi europei.
Kuching e’ senza dubbio una citta’ bella e gradevole, decisamente sottovalutata. Non e’ la mia citta’ ideale ma potrei viverci tranquillamente, magari in periferia. Certo chi arriva nel “selvaggio” Borneo di certo non si aspetta una citta’ di questo genere, con locali alla moda, centri commerciali e fast food e una grande chinatown in pieno centro. Senza dubbio l’America e la Cina hanno influenzato molto e cambiato radicalmente la cultura di questa isola ( almeno per quanto rigaurda la parte malese ), dove di realmente “tradizionale” e’ rimasto ben poco nelle citta’ e solo le persone in certe zone molto remote combattono una guerra forse ormai gia’ persa per mantenere vive le proprie tradizioni. La differenza principale tra i Malesi e gli altri asiatici che ho conosciuto in questo viaggio e’ proprio questa: qui sono disposti a sacrificare tutto, anche la propria cultura, pur di vivere come noi occidentali. Negli altri paesi non e’ cosi’, chiaramente vorrebbero essere ricchi ma non hanno nessuna intenzione di diventare del tutto occidentali, nemmeno nella turistica Thailandia dove vedono passare milioni di farang ogni anno.
Kuching significa gatto, la citta’ e’ anche chiamata “catcity” e il suo simbolo e’… un cane? No, no, e’ ovviamente un gatto, “the great cat of Kuching”, un’orrenda statua raffigurante un gatto bianco con gli occhi azzurri che saluta tutti con la zampa alzata. I turisti malesi ci vanno in religioso pellegrinaggio a farsi la foto di rito, spesso c’e’ pure la fila. Non contenti gli amministratori della citta’ hanno piazzato altre statue di gatti ugualmente orrendi in altre zone della citta’.
Se la citta’ non offre attrazioni turistiche indimenticabili ( anche il famoso e molto pubblicizzato weekend market si e’ rivelato poco piu’ di un mercatino delle pulci abbinato ad un normale mercato di frutta e verdura, poco vivace e abbastanza scialbo ) nelle immediate vicinanze invece ci sono diverse cose molto interessanti, soprattutto i famosi parchi che ospitano piante e animali molto rari. Io ne ho visitati 3:
Semenggoh Nature Reserve: e’ un parco a tutti gli effetti ma i turisti ci vanno solo per andare a vedere i famosi orang utan del Borneo. Non si tratta di uno zoo e questi animali vivono realmente nella foresta pluviale, anche se vengono nutriti saltuariamente dai rangers del parco e sono abituati a vedere degli uomini. Questa riserva e’ il frutto di un graduale reinserimento in natura di animali salvati da varie situazioni. Il progetto ha avuto successo ed e’ stato trasferito in altro parco ( Matang ), ormai da anni gli animali si riproducono senza problemi nel proprio habitat. Certo l’incontro con gli oranghi e’ una specie di show turistico, ma e’ comunque molto interessante e divertente dal mio punto di vista, e decisamente economico ( il biglietto costa meno di un euro ). Nel parco ci sono anche un paio di sentieri segnati, io ne ho percorso uno per poi scoprire alla fine che in realta’ sono chiusi ( cosi’ come la serra della orchidee ), non ho capito bene perche’.
Bako National Park: se c’e’ qualcosa di imperdibile in Borneo e’ sicuramente questo splendido parco, per il quale si possono usare solo superlativi. Situato in una bellissima penisola nel Mare del Sud della Cina ospita una varieta’ incredibile di piante e animali. La giungla e’ davvero spettacolare: si cammina tra i famosi dipterocarpi giganti, foreste di mangrovie, piante rampicanti e carnivore. Non ci sono moltissimi animali, e in ogni caso non sono facili da individuare in questo ambiente. La “star” del parco e’ la scimmia nasona ( proboscis monkey ) un animale assurdo che sembra piu’ un personaggio dei fumetti che un vera scimmia in carne ed ossa. Sono abbastanza facili da incontrare ( forse anche qui vengono nutrite per ovvi scopi turistici ) ma bisogna comunque essere abbastanza fortunati per riuscire a vederle da vicino. Ci sono molti itinerari possibili, dalla classica escursione turistica di un paio d’ore a trek piu’ seri di uno o piu’ giorni. Dopo ore di duro trek nella giungla ( camminare in queste foreste pluviali, anche in piano, e’ davvero molto faticoso ) secondo me e’ obbligatoria una tappa per un bagno rigenerante in una delle belle spiagge sul Mar del Sud della Cina ( un po’ sporche pero’, questo mare e’ una vera discarica ).
Kubah National Park: Questo parco offre un paio di belle escursioni, una cascata e uno spettacolare viewpoint con panorama sulla penisola di Setunbong. Ma soprattutto una fantastica foresta primaria ( con la piu’ ampia varieta’ di palme al mondo, oltre ai “soliti” enormi dipterocarpi ) e tanta pace e solitudine. Pochi animali anche qui.
Info utili:
Taxi dall’aeroporto a downtown Kuching: 26 ringgit ( c’era l’autobus, ma e’ stato abolito, ma in generale ho il sospetto che ci sia una mafia di tassisti qui nel Sarawak ).
B&B Inn: ottimo ostello con cucina in buona posizione. Letto in dormitorio 16 r.
Bako: 7 r di bus, 18 di barca e 10 di ingresso
Semenggoh: 6 r di bus e 3 di ingresso
Kubah: 2 r di bus quindi autostop fino al parco ( sono 4 km ). 10 r di ingresso. Al ritorno ho trovato un minivan, 5 r.