Si Phan Don, le 4000 isole del Mekong

4000 isole

Ok, se stai cercando il Laos che qualcuno tra una canna e l’altra in Cambogia o in Vietnam ti ha descritto “come la Thailandia 20 anni fa”, ammesso che esista, non lo troverai di certo a Don Det o a Don Khon. Ma il posto è talmente bello e l’atmosfera talmente “shanti” che puoi comunque fregartene dei backpackers ( o se sei uno di loro aggregarti a qualche gruppone ) e godertelo senza troppi problemi facendoti gli stracazzi tuoi.

Io mi sono fermato nella più tranquilla Don khon e l’ho trovata deliziosa, ma anche Don Det non è che sia questo posto affollatissimo pieno di gente strafatta che fa festini fino alle 3 di notte, da evitare assolutamente. Anzi, direi che mi è quasi piaciuta. Lo so, il mitologico “vero viaggiatore” dovrebbe dire sempre che questi posti fanno schifo, che sono ghetti per ragazzini occidentali annoiati, che non si può andare in Laos e stare in mezzo ad altri stranieri a mangiare i soliti fried rice ( o addirittura spaghetti al pomodoro! ) e ad ascoltare per la millesima volta la storia del giro del mondo di qualcuno. Che bisogna stare sempre insieme ai locali, mangiare come i locali, viaggiare come i locali. “Always travel like a local”, è la base, te lo può dire anche il più scarso dei travel blogger. Ma invece ogni tanto puoi stare benissimo anche in posti come questo, basta non esagerare però. E Don Det almeno è un posto “sincero”, dove non cercano di spacciarti una realtà “selvaggia” che non esiste – un classico del Sud Est Asiatico – sai già cosa puoi trovare e se non ti interessa non ci vai.

4000 isole

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In ogni caso quando dico che è un posto molto bello non esagero, negli ultimi anni ho girato questa parte dell’Asia in lungo e in largo e debbo ammettere che queste campagne sul Mekong sono qualcosa di veramente spettacolare, che si può apprezzare anche senza farsi un cilum dietro l’altro o senza bersi casse su casse di beerlao ( 3 o 4 bottiglie alla volta possono bastare ). Il fiume è enorme, e si snoda come un serpente tra isole, isolotti e cespugli in mezzo ad una stupenda natura tropicale lussureggiante.

L’attività più gettonata da queste parti è passare gran parte del giorno sull’amaca o stravaccati sui cuscini di un ristorante, leggendo qualche libro tipo “Shantaram” o “In Xanadu” ( o, per i più nostalgici, “Flash” o “Jupiter’s travels” ), osservando bambini che fanno il bagno ( ce ne sono tantissimi, e sembrano i più felici del mondo ) o il viavai delle barche o la brezza che piega le foglie delle palme. Per i tipi più attivi comunque ci sono varie escursioni possibili a piedi, in bicicletta o anche in barca o in kayak disponibili in un ambiente insolitamente selvaggio. L’acqua del Mekong è senza dubbio inquinatissima ma in questo periodo dell’anno ( marzo ) le temperature sono talmente alte che quasi nessuno si pone troppo il problema e farsi bei bagni da qualche parte tra le isole è una vera goduria. Alcuni posti sono stupendi, ci sono anche delle piccole spiagge con regolari palme che si piegano sul fiume. L’unica vera “attrazione turistica” comunque è una delle tante cascate che caratterizzano questa meravigliosa regione del Laos meridionale e che costrinsero i Francesi ad ingegnarsi molto per riuscire a far passare le merci attraverso il fiume ( si inventarono una mini linea ferroviaria tra le due isole, oggi purtroppo dismessa, immagino che un trenino a vapore tra Don Khon e Don Det sarebbe stato molto apprezzato da tutti ). Si tratta della famosa cascata Liphi, io non l’ho vista nella stagione migliore ma comunque posso dire che è sicuramente molto bella e particolare, non altissima ma molto larga e impetuosa. C’è vicino una piccola spiaggia anche se non è la migliore dell’isola per fare il bagno.

4000 isole

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La cosa che colpisce di queste isole ( e forse è il motivo che le rende così popolari, oltre alla bellezza del paesaggio ) è la sensazione di essere in un luogo remoto incontaminato e fuori dal mondo, basta veramente camminare pochi minuti oltre il ponte tra le due isole e hai veramente l’impressione di essere lontanissimo da tutto. Tra Don Khon e Don Det si trova più o meno tutto ciò che serve, ma comunque la più vicina città di una certa grandezza è Pakse, che non è lontanissima ma ci vogliono parecchie ore per raggiungerla.  Internet è arrivata ( da poco ) anche qui comunque, se si ha bisogno di ritornare per qualche ora alla realtà ( perché ormai la nostra realtà è internet, giusto? ).

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In conclusione ho trovato queste 4000 isole un gran bel posto per staccare da tutto ( anche dal viaggiare ) per una o due settimane, leggersi un buon libro, strimpellare una chitarra o un ukulele, meditare, farsi fare qualche massaggio, godersi la vita di campagna laotiana e la spettacolare natura del Mekong. Molti vi diranno che “ormai è troppo turistico” e che bisognava andarci 10 o 20 anni fa, ma invece ci si può andare benissimo anche adesso.

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