Aurangabad, Maharastra
C’e’ solo un buon motivo per venire nella piuttosto squallida Ujjain ( che pero’ e’ una delle citta’ piu’ antiche dell’India e in passato deve essere stata bellissima ), e non ha nulla a che fare con il turismo. Si viene per vedere il sacro Lingam del Mahakaleshwar temple, uno dei luoghi piu’ sacri e venerati di tutto il paese. Ma ottenere il darshan ( visione ) di questo lingam ( che e’ uno dei 12 jyotirlings, secondo la tradizione emersi spontaneamente dalla terra per volere di Shiva ) non e’ cosa semplice e in un normale giorno feriale c’era una coda di almeno 2000 persone che procedevano lentissime tra le transenne. L’attesa e’ durata non meno di 2 ore ma ha contribuito a rendere questa esperienza ancora piu’ emozionante. Una volta raggiunto il lingam ci si trova in mezzo ad una ressa pazzesca di gente che offre fiori, frutta, latte, denaro… Gli occhi dei presenti sono quasi tutti sconvolti, c’e’ chi si inginocchia, c’e’ chi tocca il lingam, c’e’ chi canta incessantemente il mantra OM Namashivaya. Certamente un luogo imperdibile per chi ama l’India piu’ mistica, un tempio per certi versi davvero sconvolgente. Per il normale turista invece un luogo senza grande intresse, il tempio e’ abbastanza anonimo e non si possono portare macchine fotografiche all’interno.
Oltre al tempio l’unica cosa che mi ha colpito di Ujjain e’ un assurdo mezzo di locomozione, qualcosa che penso esista solo qui ed e’ a dir poco esilarante. Non e’ facile da descrivere: e’ un incrocio mal riuscito tra una motofalciatrice, un trattore, un’ape e un motocarro. C’e’ sia nella versione autobus passeggeri che in quella cabinata per le merci. L’India non finisce mai di stupirmi!
Per Indore non vale la pena sprecare troppe parole: e’ una citta’ piuttosto brutta, caotica, molto inquinata e senza grandi attrattive. E inoltre come molte grandi citta’ indiane e’ impossibile da girare a piedi, queste citta’ hanno un’urbanistica davvero assurda. La guida online della “rough guides” ( molto utile per chi come me gira spesso a casaccio e non ha una guida con se’ ) la definisce “a dull city”, ma e’ evidente che sono stati buoni e non volevano infierire. Da usare solo come base per andare da qualche altra parte.
Trovandomi pero’ da quelle parti, e avendo un OM tatuato sul petto, potevo forse non andare a visitare la citta’ dell’OM, Omkareswar? Certo che no!! Piu’ che una citta’ e’ un villaggio, che sorge in gran parte su un’isola tra i due fiumi Narmada e Kaveri, attorno ad un famoso tempio indu’, che come quello di Ujjain contiene uno dei 12 Jyotirlings. Per molti l’isola stessa e’ un enorme OM, ed effettivamente guardando alcune foto scattate dall’alto non si puo’ non notare una certa somiglianza. Il villaggio e’ davvero molto bello e la gente e’ simpatica e molto cordiale, non sembra quasi di essere in India. Tutti ti salutano dicendo:”Hari Om!”. Dopo aver visitato il tempio, dove c’era una bella ressa ma niente a che vedere con quella ad Ujjain, mi sono perso tra le strette viuzze e i sentieri del villaggio, fino ad arrivare in cima alla collina dove sorge una gigantesca statua di Shiva di recente costruzione. Poco distante c’e’ un tempio molto antico, risalente probabilmente all’anno 1000. Sparsi in tutta la collina ci sono resti di quell’epoca, quando Omkareswar era gia’ famosa come un importante centro di pellegrinaggio ( l’origine di queste citta’ e’ davvero antichissima, potrebbero benissimo avre diverse migliaia di anni ). Statue, capitelli, idoli…c’e’ un po’ di tutto, e molto ancora per me e’ sepolto oppure e’ stato inghiottito dalla giungla. Non so perche’ questi luoghi di pellegrinaggio indu’ hanno sempre esercitato un grande fascino in me, adoro osservare i rituali, guardare le bancarelle coi rosari e le immagini sacre, sentire il forte odore dell’incenso, salutare i baba che fumano i cilum, sedermi in un angolo tranquillo a meditare.
A Omkareswar ho anche trovato penso il thali piu’ economico dell’India: 13 rupie con vari rabbocchi di chapati ( mi pare 5 o 6 ), riso e dal. Ed era anche buonissimo!!
Infine due parole per la vittoria di Obama. Non pensavo che gli americani potessero eleggere un presidente nero e decisamente progressista, forse finalmente anche loro hanno capito che l’era dei guerrafondai e’ finita e bisogna voltare pagina. Obama sicuramente avra’ molte pressioni, ma penso che sia l’uomo giusto per il cambiamento e credo che con lui alla casa bianca molte cose nel mondo potrebbero cambiare.
Hari Om!!