Tiruvannamalai

Tiruvannamalai

arunachala, tiruvannamalai

Tiruvannamalai, Tamil Nadu

Dunque, cosa ha di speciale Tiruvannamalai? Be’, innanzitutto la collina sacra, che viene citata nelle piu’ antiche sacre scritture indu’ e originariamente era una colonna di luce senza inizio ne’ fine, un lingam autorisplendente, la forma che Shiva aveva scelto per manifestarsi a Brahma e a Vishnu. Quindi i Devas pregarono Shiva di rendersi visibile anche per agli umani ed Egli accolse le loro preghiere raffreddando la collina e plasmandola nella forma attuale. Adorare quindi la collina significa adorare Shiva stesso. Le scritture dicono chiaramente che i meriti che si possono acquisire in questo luogo sono superiori a quelli di qualsiasi pellegrinaggio. Shiva ha anche spiegato quale e’ il modo corretto di adorarlo nella sua forma di Arunachala: bisogna girare intorno alla collina, scalzi e con la mente concentrata. Facendo questo si puo’ ottenere ogni cosa, sia materiale che spirituale, anche la fine della schiavitu’ dal ciclo delle rinascite. Tutto’ cio puo’ sembrare interessante ma molto fantasioso e la stessa idea di farsi 14 chilometri a piedi nudi puo’ sembrare alquanto bizzarra. Ma una volta arrivati a Tiruvannamalai, una volta respirata l’atmosfera mistica che la pervade, si inizia subito ad avere i primi dubbi che tutto sia vero, dubbi che con il passare del tempo diventano delle quasi certezze.

Un’altra cosa speciale di questa citta’ del Tamil Nadu e’ sicuramente il Sri Ramanashramam, voluto da Ramana Maharishi e divenuto oggi centro spirituale che attira migliaia di persone da tutto il mondo. La storia di questo Santo, che si puo’ tranquillamente definire un Buddha o un Cristo moderno, e’ legata indissolubilmente alla collina, che amava ed è il luogo dove ha passato gran parte della sua esistenza. Qui nessuno ha dubbi che Egli fosse un Avatar ( incarnazione ) di Shiva, un Realizzato, un Jnani, un Maharishi. Non volle mai pero’ essere considerato un Dio o un Guru, e ufficialmente non accetto’ mai discepoli, malgrado molti, anche occidentali, abbiano vissuto con lui nell’ashram per molti anni. Poteva discutere tranquillamente i piu’ complicati testi sacri ma affermo’ sempre che il suo vero insegnamento era nel silenzio, che considerava la vera forma di comunicazione. Per chi pero’ cercava un “metodo” egli sostenne sempre quello dell’autoanalisi che consiste semplicemente nel chiedersi costantemente “chi sono io?” ed in tal modo distruggere lentamente il falso ego. Era anche un grande sostenitore della Pradaksina ( giro attorno alla collina ) che consigliava a tutti come vera forma di meditazione e che fece lui stesso frequentemente fino a tarda eta’. Ci sono diversi libri anche in italiano sull’argomento come “Il vangelo di Ramana Maharishi”, “Sii cio’ che sei” e “Conversazioni con Ramana Maharishi”.

Che Tiruvannamalai non sia un posto come gli altri lo si vede pero’ soprattutto dalla gente che si incontra, che e’ quantomeno stravagante, anche per l’India. Oltre ad un numero impressionante di sadhu, sanyasin e yogi di ogni setta possibile, c’e’ una fauna di viaggiatori occidentali molto bizzarra: classici freak-hippy, alcuni ventenni coi dreadlocks e altri con i capelli bianchi, giovani ragazze in sari con la testa rasata, uomini panciuti che girano a petto nudo con l’ombrello da sole, rispettabili signore inglesi di mezza eta’ che sfrecciano veloci in scooter, santoni americani dai lunghi capelli, aspiranti yogi vestiti con candide tuniche bianche e aspiranti monaci vestiti di arancione, ragazze giapponesi immerse per ore in meditazione, sosia di Gesu’ e di Buddha, vecchine che cantano i Veda in sanscrito e molti altri apparentemente normali che pero’ hanno una strana luce negli occhi e spesso un mezzo sorriso ebete stampato in faccia.

Tiruvannamalai

Ci sono poi molte altre cose strane qui a Tiruvannamalai, ma perche’ non venire a verificarle di persona?

Avere una casa, e non la normale ( spesso squallida ) camera d’albergo e’ davvero bello, mi sento a tutti gli effetti un cittadino di questa citta’ ( e perche’ no anche dell’India ). La cosa che mi piace di piu’ e’ fare la spesa al mercato ( sto sperimentando gli ortaggi piu’ strani ) e cucinarmi quello che mi pare, cucina italiana ovviamente, con l’aggiunta di qualche spezia locale. Anche cose “normali” come prepararsi un te’ o fare il bucato hanno qui un altro significato. Inutile dire che potrei fermarmi qui anche piu’ a lungo di un mese ( grazie ancora a quei coglioni dell’ambasciata indiana in italia, che ci hanno scelto come unico paese al mondo per dimezzare il visto di sei mesi che tutti gli altri hanno ), c’e’ un’atmosfera molto serena che e’ in realta’ una delle cose che cercavo in questo viaggio.

L’ultima tappa di questa lunga traversata dell’India si sta rivelando un po’ piu’ complicata del previsto da organizzare, i treni per Kanyakumari sono tutti pieni per settimane e quanto agli autobus… be’ anche qui ti danno indicazioni sbagliate di ogni tipo. Comunque se proprio non riesco a combinare un night bus ( che secondo me c’e’ sicuramente da Villapuram, che e’ sulla strada Chennai-Cape Comorin ) potrei anche dividere il tragitto in due parti ( Madurai-Cape o Rameswaram-Cape ).

Om NamaShivaya!!

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