Annapurna trek: Tatopani hot springs, Poon Hill, MBC e ABC

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annapurna south

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Kathmandu, Nepal

Il primo giorno di questo Annapurna trek e’ stato un po’ di riscaldamento ( solo 5 ore di cammino ), da Naya Pul ( 1 ora e mezza di bus da Pokhara ) sono salito con calma a Birethanti ( luogo di rara bellezza con bellissime cascate ), dove c’e’ il check post, quindi a Tirkendhunga dove ho mangiato una montagna di riso e poi ad Ulleri dove mi sono fermato per la notte. Era la vigilia di natale e insieme ad una simpatica coppia anglo-austriaca e a due amici, uno del Minnesota ma ormai di Singapore e l’altro Indonesiano, ho passato una piacevolissima serata accanto al fuoco a conversare piacevolmente e a bere te’ ( loro invece bevevano vino francese ). Non si incontra moltissima gente per questi sentieri e si puo’ godere con tutta calma della straordinaria bellezza di questi luoghi. Il tempo non era un granche’ e anzi ad un certo punto ero certo che sarebbe arrivato un temporalone himalayano, ma invece verso sera e’ un po’ migliorato e ho sperato di vedere una bella alba sull’Annapurna il giorno dopo. Purtroppo l’Annapurna la mattina era completamente coperto dalle nuvole, anche se la giornata era decisamente bella. Comunque mi sono rifatto piu’ tardi a Ghorepani dove ho potuto ammirare uno straordinario panorama sul gruppo del Dhaulagiri, il primo ottomila di questo viaggio! Questa prima parte di percorso e’ la piu’ frequentata ( molti infatti fanno il trek di tre giorni per Poon hill ) e nei villaggi, tutti in ogni caso bellissimi, si sente l’influenza del turismo. Stranamente una volta lasciata Ghorepani e intrapresa la lunga faticosa discesa verso Tatopani non ho piu’ incontrato quasi nessuno e tutti i villaggi lungo la via non sembrano minimamente influenzati dal continuo flusso di turisti ( qui a settembre-ottobre e in primavera c’e’ da sgomitare e tutti i lodge sono sempre pieni ). Dopo aver mangiato a Phalate, in un ottimo ristorantino dove la proprietaria mi rispondeva sempre “thank you” ogni volta che io dicevo “thank you”, le montagne si sono di nuovo nascoste dietro delle spesse nubi. E’ stata comunque una giornata bellissima e penso che conservero’ per sempre il ricordo di questa lunga escursione tra queste vallate fantastiche e di tutte le meravigliose persone che ho incontrato. Ed e’ stato stupendo il bagno alle sorgenti calde di Tatopani, un vero toccasana dopo piu’ di 8 ore di cammino, non volevo piu’ uscire dalla vasca…

annapurna trek

Il terzo giorno ho deciso di tornare a Ghorepani ( questo trek cosi’ disorganizzato penso non l’abbia mai fatto nessuno, tutti cercano di seguire i classici “anelli” ), sperando in un miglioramento del tempo per il giorno successivo per salire questa benedetta Poon Hill. Ma invece il tempo e’ peggiorato e dopo un ora o poco piu’ ha iniziato a piovere sempre piu’ forte e a circa un paio d’ore da Ghorepani addirittura a nevicare. E’ stata davvero una giornata durissima, il sentiero era molto ripido e il dislivello totale si aggirava sui 2000 metri, c’era un’umidita’ pazzesca e praticamente non ho visto nulla in tutto il percorso. Fortunatamente la sera le nuvole hanno iniziato a diradarsi e ho potuto godere di uno splendido tramonto sulla valle e soprattutto sul selvaggio Nilgiri.

Il quarto giorno doveva essere “l’highlight” di questo trek, visto che dovevo salire sulla famosissima Poon Hill ( che qui e’ una collina ma da noi sarebbe una montagna di tutto rispetto, visto che e’ alta 3200 metri ) a vedere quella che da tutti qui viene descritta come “l’alba piu’ spettacolare del mondo”. Be’, albe fantastiche nel mondo si possono ammirare in vari luoghi ( a me per esempio me ne viene una in mente diversissima ma ugualmente incredibile all’isola di Tobago, nei Caraibi ), ma certo questa e’ sicuramente ai primi posti di questa pur soggettiva classifica. Mi sono alzato alle 5 e 20 e faceva molto freddo, probabilmente qualche grado negativo, quindi non ho esitato a mettermi guanti e cappello ( peruviano-nepalese ), accendere la pila e iniziare a salire la collina. Non c’era molta neve ma nelle scalinate c’era spesso del ghiaccio, quindi ho dovuto procedere con molta cautela. In cima c’era gia’ moltissima gente ( a dire il vero io sono stato uno degli ultimi ), almeno 300 persone tra guide e turisti. Per me e’ stata una situazione abbastanza insolita, non sono abituato a vedere tanta gente in cima ad una montagna. Comunque appena i primi raggi del sole iniziano ad illuminare le montagne ci si dimentica di tutto e non si puo’ che provare una grandissima emozione per lo spettacolo al quale si sta assistendo. Almeno 30 cime himalayane, alcune delle quali molto famose come il Dhaulagiri, il Nilgiri, l’Annapurna e il Fishtail ( Macchhapuchhre ), sono tutte in parata proprio di fronte a te. FANTASTICO!! Anche qui come nel caso dell’alba che ammirai a Tapovan c’e’ poco da dire per descrivere la bellezza del posto e solo venendo qui in Nepal si puo’ capire di cosa si tratta. Una volta sceso da Poon Hill, preso da un’euforia alpinistica, ho deciso di provare a fare tutto o almeno in parte il trekking all’ABC ( Annapurna Base Camp ). Quindi sono partito per Chomrong verso le 9 ma dopo 8 ore di cammino ( piu’ due fatte a Poon Hill ) attraverso una foresta umidissima sotto una bastardissima pioggerellina ho deciso di fermarmi il paese prima, Kimrong, un grazioso villaggio che si trova in mezzo a verdissime risaie e a campi di patate. Ho passato una piacevolissima serata insieme a 2 ragazze cinesi e le loro guide nepalesi e quindi alle 9 di sera sono crollato a letto esausto.

annapurna trek

Il quinto giorno non avevo progetti precisi, ma avevo gia’ deciso di non camminare piu’ di 3-4 ore e di prendermi una mezza giornata di riposo. Il giorno dopo avrei tentato di raggiungere l’MBC ( Macchhapucchhre Base Camp ). Purtroppo il bel cielo blu della mattina si e’ rapidamente annuvolato, pero’ sono comunque riusciuto a vedere per pochi minuti lo straordinario slancio del Fishtail, che e’ proprio di fronte a Chomrong, vicinissimo e bellissimo. Dopo un’ora e mezza di salita durissima e ripidissima ( ma perche’ cazzo fanno queste merde di scalinate in lastricato? ) ho deciso di fermarmi nel primo villaggio, Sinuwa.

annapurna trek

dhaulagiri

Nelle tabelle che ci sono in ogni villaggio ( con grafico ) avevo letto che per raggiungere l’MBC ci volevano 8 ore e mezza, quindi ho deciso di partire di buon’ora anche considerando la fatica aggiuntiva dell’altitudine nell’ultimo tratto ( l’MBC si trova a 3700 metri ). In realta’ quelle tabelle non sono per niente affidabili e spesso si basano sui tempi di marcia di persone lentissime. Alla fine ci ho messo poco piu’ di 6 ore, con sosta pranzo a Doban e senza nemmeno forzare piu’ di tanto. Il tempo era cosi’ cosi’ ma dopo Deurali, che e’ l’ultimo villaggio prima dei campi base, ho potuto godere dei primi scorci sulle montagne a distanza ravvicinata, in particolare sulla fantastica coda del pesce del Macchhapucchre. Al lodge del MBC faceva molto freddo e per qualche motivo a me sconosciuto qui per riscaldarsi hanno solo dei piccoli fornelli a kerosene che accendono sotto il tavolo pero’ solo all’ora di cena. Inspiegabile visto che la stufa e’ a pagamento ( 100 rs a testa ) e perche’ erano molto infreddoliti anche i tipi del posto. Il lodge era pieno e c’era solo una stanza da dividere con qualcun’altro, che ho accettato senza problemi. Ho quindi diviso la camera con un simpatico ragazzo scozzese che vive da un anno in Nepal ( e parla pure nepalese ) ed e’ un ufficiale dell’esercito britannico che lavora con i famosi gurkha nepalesi. Anche lui era da solo e quindi abbiamo deciso di salire insieme all’ABC la mattina dopo e poi tornare a Sinuwa. Una delle cose che ho piu’ apprezzato di questo Annapurna trek, oltre ovviamente alla straordinaria bellezza dei villaggi, delle vallate e delle montagne, sono stati i vari incontri sia con i nepalesi che con i trekkers. La simpatica coppia anglo-austriaca e il caciarone ragazzo del Minnesota ad Ulleri, i 3 ragazzi cinesi a Tatopani, gentilissimi, il gruppone di italiani ( che ho riconosciuto da lontano dal classico AAAAoooooo!! ) sul sentiero per Tadapani, i due insegnanti inglesi a Chomrong che lavoravano da anni a Delhi e che poi ho rivisto con piacere a Pokhara, la coppia madre-figlio di Taiwan che ho incontrato 3 volte sulla via, la coppia di tosti cinquantenni viennesi a Sinuwa, che hanno fatto tutto il trek in soli 5 giorni, i due tedeschi ad Himalaya, i disorganizzatissimi spagnoli al ritorno a Sinuwa che volevano bere l’acqua del rubinetto e che si erano dimenticati di comprare i guanti ( cosa indispensabile se vuoi andare a 4200 metri di quota… ) e i molti altri con i quali ho scambiato sensazioni, impressioni, consigli, informazioni o anche un semplice sorriso e un “Hello’, how’re you doin’?”.

annapurna trek

fishtail

Alle 6, quando siamo partiti per l’ABC, faceva un freddo cane. Per dare un idea dico solo che l’acqua nella sacca dello zainetto di Robert si e’ completamente congelata in meno di 10 minuti… In compenso c’era un cielo stellato incredibile, che si puo’ vedere solo in posti come questi. Risalendo il fianco del ghiacciaio e’ iniziato davanti a noi uno spettacolo fantastico e praticamente e’ stato un continuo “amazing!”, “awesome!”, “unbelievable!”. Che colori!! Che montagne!! Che cielo!!

annapurna trek

annapurna base camp

Al santuario dell’Annapurna si e’ letteralmente circondati da cime stupende e altissime, e’ difficile dire qual’ sia la piu’ bella. Certo cio’ che impressiona di piu’ e’ l’enorme parete dell’Annapurna I, che si erge maestosa per circa 4 chilometri e sara’ larga almeno 6. Non ho mai visto niente di simile. Non e’ difficile immaginare perche’ questo e’ forse il trek piu’ famoso e frequentato del mondo, il sogno di ogni amante della montagna. Adesso mi trovo di nuovo a Sinuwa, e sto guardando divertito una distinta signora giapponese che sta facendo degli origami, anche lei di ritorno dall’ABC…

L’ulitmo giorno me la sono presa piuttosto comoda, anche se i continui saliscendi ripidissimi sono stati molto faticosi. Da Sinuwa sono sceso di diverse centinaia di metri per attraversare il fiume, poi sono risalito a Chomrong ( scalinata ripidissima e interminabile e ultima, grandiosa vista sul Fishtail ), sono quindi ridisceso a Kimrong, risalito sulla collina omonima e quindi sceso per un leggero falsopiano a Ghandruk. Mi sono fermato a mangiare in un piccolo ristorantino poco sopra Kimrong, dove c’era ai fornelli una deliziosa signora con moltissimi orecchini che mi ha cucinato un ottimo fried rice. Ho quasi sempre fatto le soste in posti come questi, ignorati dai turisti con guide ( che quasi sicuramente si prendono una tangente per portare i loro clienti in un posto piuttosto che in un altro ), ma dove si mangia benissimo e le donne che li gestiscono sono tutte gentilissime oltre che ottime cuoche. I prezzi e i menu sono sempre gli stessi ( fissati da un’associazione dei villaggi per evitare speculazioni esterne ) quindi secondo me e’ meglio non dare soldi a chi li ha gia’ ( i grossi lodge nei villaggi piu’ conosciuti ) ma darli invece a chi ne ha piu’ bisogno. In questi villaggi le persone vivono prevalentemente di agricoltura e pastorizia e un po’ col turismo ( ma la stagione del trekking e’ breve ) quindi per una famiglia i 3/4 euro di un pranzo possono davvero fare la differenza.

Il lodge di Ghandruk, come del resto tutto il villaggio, e’ bellissimo, con tanti fiori colorati. da qualche parte laggiu’, dietro le nuvole, mi osserva da lontano l’Annapurna…

Come pensavo fare trekking in Nepal e’ molto facile e non c’e’ assolutamente bisogno di una particolare esperienza di montagna. I sentieri sono spesso larghe mulattiere in lastricato o comunque il sentiero e’ molto evidente. Ogni 1/2 ore c’e’ un villaggio con lodge e ristoranti dove ci sono mappe e tempi di marcia per ogni destinazione, quindi e’ praticamente impossibile perdersi. Non serve neanche portarsi molte cose, solo lo strettissimo indispensabile ( io avevo solo uno zainetto di 30l ma ci ho fatto in qualche modo stare tutto ), ho visto piu’ di qualcuno con lo zaino pesantissimo che arrancava stravolto verso i villaggi. Secondo me quindi non c’e’ nessun bisogno di una guida, che spesso e’ piu’ un intralcio che un vero aiuto. Ed e’ triste vedere questi ragazzi spesso riciclarsi a camerieri o servitori dei loro facoltosi clienti. Poi va sottolineato che queste non sono le nostre guide alpine, gente con i controcoglioni che puo’ portarti in tutta sicurezza sul Bianco o sul Cervino e salvarti la vita nelle situazioni piu’ disperate, ma sono semplicemente dei locali che conoscono la zona. Ovunque si mangia molto bene ( frutta e verdura dell’orto, latte munto la mattina… ) anche se i ristoranti sono piuttosto cari rispetto ai normali standard nepalesi. E’ normale pero’, siamo in montagna, in villaggi che si raggiungono solo a piedi ( e non ci sono teleferiche ), in un posto molto turistico. E’ strano pero’ leggere nei menu tutte le specialita’ italiane ( spaghetti, pizza, lasagne… ) e solo pochi piatti indiani e nepalesi. Miracoli del turismo! Se mangiare costa caro ( ma stiamo sempre parlando di 3/4 euro invece di 1 o 2 ), dormire costa molto poco, per la singola c’e’ il prezzo fisso a 100 rs ( meno di un euro ). E le camere sono quasi sempre piu’ che dignitose, con lenzuola pulite, materassi morbidi e piumini caldi ( io ne ho chiesti sempre 2 perche’ non avevo il sacco a pelo ), molto meglio meglio di certe bettole indiane dove sono capaci di chiederti anche 5 euro…

Namaste!!

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