Sri Lanka

 


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Qualche pagina dei diari di viaggio zaino in spalla in Sri Lanka del 2005. E’ stato uno dei più strani che ho fatto, a pochi mesi dal terribile tsunami di Santo Stefano. L’atmosfera in certi luoghi era davvero irreale, anche se in realtà sulla costa sono rimasto solo pochi giorni e ho evitato accuratamente di fare turismo “della sofferenza”. L’isola è splendida e le persone sono riservate e gentilissime, spesso ci si sente come a casa.  All’epoca era un paese ancora abbastanza economico, leggermente più caro dell’India ma più che abbordabile per i budget travellers o per i turisti fai da te, ma ora pare che tutto sia molto aumentato ed è difficile viaggiare con poco. Avevo una macchina fotografica che era quasi un giocattolo, quindi le foto non sono granché, ma ne posto qualcuna in un album tanto per dare un’idea di come è il posto. All’andata ho fatto scalo a Male e ho potuto ammirare molto da vicino le isole Maldive, uno spettacolo fantastico!!

Fotoalbum: http://smg.photobucket.com/albums/v455/ganesh70/sri%20lanka%202005/

Negombo

La spiaggia di Negombo non è così male come qualcuno me l’aveva descritta, rispetto alle spiagge della vicina India anzi direi che è più che accettabile. I pochi turisti ( dopo lo tsunami del 2004 c’è stato ovviamente un crollo del turismo, anche in zone dove in realtà non ha fatto nessun danno ) passano quasi inosservati tra i locali. La città è più o meno uguale a molti centri urbani dell’India: i negozi, i ristoranti, i mercati, le stazioni delle corriere sono esattamente identici a quelli che si troverebbero in una qualsiasi citta indiana. Cazzeggiando sulla strada delle guesthouse ( Lewis place ), verso il mercato, si notano un paio di belle chiese color pastello, dei templi indù e qualche scuola elementare piena di rumorosissimi bambini vestiti con le classiche divise bianche e blu o bianche e rosse. In spiaggia c’è qualche “beach boy”, degli attaccabottone locali, ma non sono così aggressivi come qualcuno dice e sono abbastanza facili da cacciare. Qualcuno tenta anche di spacciarsi come vittima dello tsunami o come impiegato di organizzazioni umanitarie ma è chiaro che sono dei poveracci in cerca di qualche euro. Viaggiare con mezzi locali qui in Sri Lanka sembra piuttosto facile, direi che non c’è nessun bisogno dei costosi taxi privati ( che spesso ti appioppano anche una guida ) che la guida lonely planet e altre consigliano. La guesthouse è ottima, pulita, economica e gestita da personale gentile e discreto. Forse si può trovare anche qualcosa di più economico ma non ce n’è motivo visto che di solito a Negombo ci si ferma 2/3 giorni al massimo. Tantissime zanzare.

Anuradhaphura

Viaggiare in pullman è piacevole, malgrado il gran caldo, è abbastanza lento per potersi godere con calma lo splendido panorama tropicale e molto “cheap”. Meglio l’autobus localone che i più veloci ( ma spesso più scomodi perché pieni all’inverosimile ) minibus. Comunque fino ad Anuradhaphura è un viaggio abbastanza impegnativo, circa 6/7 ore su strade piene di buche. Purtroppo in città ho preso una stanza in una guesthouse piuttosto squallida, perché l’autista del tuk-tuk mi ha portato nel posto sbagliato ( o meglio quello giusto per lui, dove prendeva la percentuale ) e io non avevo nessuna voglia di stare a discutere visto che il prezzo era comunque buono. Questa città si trova in mezzo ad una giungla ( infatti era stata completamente inghiottita dalla vegetazione lussureggiante finché non è stata “riscoperta” dagli inglesi nell’800 ) e fa un caldo insopportabile, 35 gradi fissi con il 100% di umidità: non si riesce a dormire, né si ha fame, non si riesce nemmeno a pensare…

La bici è senza dubbio il modo migliore per visitare Anuradhaphura: è troppo grande per girare a piedi e troppo bella per girarla in un taxi con aria condizionata. La “new-town” si può tranquillamente evitare ed immergersi subito nella città vecchia, che in realtà è una fantastica giungla dove spuntano un po’ dappertutto templi, dagobe ( templi buddisti ), statue e i resti di un passato che sembra lontanissimo. In particolare il complesso a nord dei laghi è bellissimo: e proprio girando con calma con la bici si riesce a respirare quell’atmosfera da fiaba che regna in questi luoghi, dove strani alberi ricurvi sembrano osservarti in ogni momento e si stagliano nel cielo i bianchi dagoba buddisti. Tutto ciò che è descritto nelle guide è degno di una visita ( a parte forse i twin ponds, un po’ sopravvalutati ). Il caldo non dà tregua e nelle ore centrali della giornata si fa fatica a stare anche all’ombra. In molti templi si vedono scene ridicole di gente che fa di tutto per evitare i roventi tratti in lastricato…

Questa città merita comunque almeno 2 o 3 giorni, altrimenti si rischia di vedere tutto velocemente e di perdersi l’atmosfera che è la cosa migliore di questo luogo. Oggi è il full moon day, che in Sri Lanka è una specie di festa nazionale, tutti i negozi e le attività sono chiusi e i locali si radunano nei templi per i rituali e per meditare. Anch’io mi sono fermato una mezza giornata in uno di questi, è stata davvero un’esperienza interessante.

Polonnaruwa

La giungla di Polonnaruwa è veramente come ci si immagina una giungla tropicale: calda, umida, verdissima, piena di ogni tipo di animali ( putroppo anche molte zanzare, scimmie dispettose e moltissimi varani anche grossi, animali che non mi sono mai piaciuti… ). Mi trovo alla Palm garden GH dove sono capitato abbastanza per caso, un alberghetto molto bello, economico e ben tenuto in mezzo alle risaie. E’ gestito da una simpatica giovane coppia di cingalesi molto intraprendenti che si prodigano per rendere il tuo soggiorno più comodo e piacevole possibile. Hanno biciclette in affitto ma non in buono stato, la migliore che ho trovato era senza mezzo pedale, ma alla fine è comunque andata bene. L’unico altro cliente è uno strano personaggio tedesco, una specie di crocodile dundee asiatico che racconta delle storie veramente pazzesche, e se anche solo un decimo fossero vere sarebbero comunque delle imprese straordinarie. Tra l’altro oltre ad aver preso praticamente tutte le malattie tropicali è stato anche vittima dello tsunami e ha passato gli ultimi due mesi in ospedale a Colombo. C’è poco da dire sul sito archeologico di Polonnaruwa: è fantastico. In particolare i famosi Buddha di Gul Vihara sono di una bellezza quasi senza pari. Meglio prendersi un giorno intero e visitarlo con calma, facendo un bel pic-nic a mezzogiorno sotto un ficus, quando il sole è troppo pesante. L’altra attrazione della città è il vicino parco naturale dove si può andare a fare un mini safari di un giorno a vedere soprattutto gli splendidi elefanti ( un grosso maschio ci ha anche attraversato la strada mentre passavamo e l’autista era piuttosto spaventato, visto che possono essere molto aggressivi ), ma anche coccodrilli, scimmie e moltissimi uccelli. All’epoca un giorno con jeep e autista costava 20 euro. Pochi turisti e quasi tutti da turismo organizzato mordi e fuggi, finora non ho visto quasi nessun backpacker.

Dambulla-Sigirya

Da Polonnaruwa mi sono diretto verso il cuore dell’isola, che forse è la parte più bella per quanto riguarda i paesaggi. Mi sono fermato un paio di giorni a Dambulla, dove ho pernottato in un’ottima guesthouse vicina alle grotte buddiste ( sun ray inn, con bar molto frequentato dai locali ). Queste grotte molto antiche sono l’unica attrazione del luogo ma sono veramente spettacolari e sicuramente meritano una visita. Molte scimmie e panorama strepitoso. Sotto le grotte c’è un tempio di recente costruzione con una statua di Buddha gigantesca, una delle più grandi di tutta l’Asia. Dambulla è anche un buon posto per andare a visitare in una giornata Sigiriya, una delle grandi attrazioni turistiche dello Sri Lanka. E’ un posto magico e carico di atmosfera, un’enorme monolito rosso in mezzo ad una giungla, sul quale un folle tiranno costruì la sua reggia. Se si è in forma la salita non è così terribile come spesso viene descritta, anche se è abbastanza faticosa se le temperature sono alte. La vista dalla cima è splendida e si riesce ad immaginare abbastanza facilmente come doveva essere questo complesso che comprendeva palazzi, giardini meravigliosi, piscine, templi…

Sicuramente uno dei luoghi più bizzarri ed affascinanti del mondo.

Kandy

Kandy è la capitale “culturale” dello Sri Lanka anche se secondo me non ha molto da offrire al viaggiatore, e ci sono parecchi attaccabottone che ti importunano per portarti nei negozi di batik o a vedere danze tradizionali. L’unica persona interessante che ho incontrato è stato un giovane pakistano che sembrava molto stupito che io avessi visitato il suo paese ed era molto interessato a sapere cosa ne pensavo. Anche lui non ci credeva che ero stato a Sukkur, all’epoca la città più pericolosa del Pakistan. Il lago al centro della città è sporchissimo ed è popolato da creature poco rassicuranti ( serpenti e lucertoloni di varie forme ). L’unica cosa che merita sono i giardini botanici, molto interessanti per chi ama le piante tropicali, con una fantastica serra di splendide orchidee. Può essere al limite di un certo interesse una salita al Buddha gigante che domina la città a gustarsi il tramonto. Il tempio del dente del Buddha non è nulla di eccezionale e se non si è buddisti si può volendo anche evitare. Moltissimi i controlli e le perquisizioni, qui ci fu uno degli attentati più terribili delle tigri tamil. Mi sono fermato in una bella pensione gestita da una giovane coppia che si trovava su di una collina sopra il lago. Mi hanno dato le chiavi di casa e poi non li ho più visti per due giorni, se non è fiducia questa…

Haputale-Ella

Per arrivare nella “Hill country” ho fatto una strana strada, non segnata sulle mappe ma bellissima, tra risaie, piantagioni da tè e vallate mozzafiato. L’ultimo autobus dopo Nuwara Eliya ( che sembra davvero una città inglese ) era uno dei peggiori torpedoni mai visti, ma il viaggio nel complesso è stato buono anche se quando ha iniziato a piovere ho veramente temuto di finire in fondo ad una scarpata ( questi autobus hanno sempre le gomme liscissime ). Comunque alla fine sono riuscito ad arrivare ad Haputale, un bel paesino che si trova adagiato su di una collina nel mezzo delle piantagioni da tè. Avevo l’indirizzo di una guesthouse poco fuori del paese ( cuest-ta inn ) che si è rivelata un’ottima scelta, un po’ spartana ma con una vista bellissima dal ristorante-veranda che sembra sospeso nell’aria. Da qui si può godere davvero di uno dei più bei panorami dell’isola. Verso sera una nuvola ha avvolto completamente il paese e l’atmosfera è diventata irreale, quasi onirica…

Il mattino dopo però c’è il sole e mi rendo conto di quanto sia bello questo posto: il contrasto tra il blu del cielo, il verde delle piantagioni da tè, i colori vivaci dei sari delle tea-pluckers e il bianco delle nuvole è splendido e camminare senza meta attorno al paese è molto piacevole. Qui non c’è nulla per viaggiatori ( nemmeno un ristorante decente ), anche se nel bosco ho incontrato un folto gruppo di stagionati bird-watchers , e visto che piove per la gran parte del giorno decido senza indugio di andare ad Ella, paese decisamente più noto e inserito nei circuiti “classici” dalle guide. Arrivarci non è stata cosa facile e grazie ad indicazioni sbagliate stavo anche per scendere al paese sbagliato.

Ella è un paesino delizioso e in effetti decisamente turistico, ci sono quasi più guesthouse e ristoranti che case. E’ un posto molto adatto al relax e alle lunghe camminate, ci sono molti itinerari possibili tra piantagioni da tè, verdissime e profonde vallate e cascate altissime ( soprattutto le Ravana Ella Falls ). Anche qui piove abbastanza spesso. La guesthouse che ho trovato ( Lizzie Villa ) è splendida, gestita da una signora gentilissima che tra l’altro ha un giardino bellissimo. Questo è anche uno dei posti migliori del paese per visitare le fabbriche del tè e comprarne un po’ da portare a casa.

Tangalle-Dickwella-Matara

La situazione post-tsunami non è molto positiva: ci sono macerie ovunque e in molti posti sembra che la terribile ondata sia passata pochi giorni prima. L’atmosfera qui a Tangalle è irreale, da un lato si può ammirare una spiaggia bellissima, con la sabbia rosa e un mare da cartolina, mentre a poche decine di metri c’è solo distruzione. L’impressione è quella di vedere una città bombardata, questo tsunami è stato davvero devastante e si sono salvati solo i secondi piani degli alberghi più lussuosi costruiti in cemento armato. I racconti della gente del posto sono terribili. Il ragazzo che gestisce l’albergo ( dove sono l’unico cliente, altri 3 backpackers francesi hanno preferito l’altro perché aveva anche il bar ) si è salvato per miracolo aggrappandosi ad una palma, anche se per giorni ha vissuto con il terrore di aver perso la moglie ed il figlio piccolo, che per fortuna erano salvi in un campo profughi. Questo albergo è a pochi metri dalla spiaggia e si può vedere chiaramente quanto era alta e quanto è stata devastante l’onda.

Ma la vita continua, i turisti stanno piano piano tornando, gli alberghi riapriranno presto e anche questo piccolo paradiso incastonato nell’oceano indiano tornerà presto più bello di prima. I locali sono simpatici, e anche se molti hanno perso tutto sembrano accettare la situazione senza troppi vittimismi. Sono contenti di rivedere qualche viaggiatore, qui molti vivono col turismo e desiderano tornare alla normalità il più presto possibile. Ho fatto un giro sulla costa e ho visto zone se possibile anche più devastate di Tangalle, impressionanti Hambantota dove c’è ormai solo un’immensa tendopoli e il villaggio di Polhana beach a Matara che semplicemente non esiste più. Questa distruzione non è stata uniforme: ci sono zone dove l’onda ha letteralmente cancellato i villaggi ed altre, forse perché più riparate, dove la maggior parte delle case sono in piedi e non ci sono stati morti. Ovviamente il problema di come aiutare questa gente si pone ed è di difficile soluzione: io ho dato il mio piccolo contributo, una goccia nel mare, ma mi ha molto infastidito vedere che tutti i milioni di euro raccolti in occidente nelle varie collette sono arrivati in una parte infinitesimale a chi ha perso tutto e aveva realmente bisogno di un aiuto. La maggior parte sono finiti nelle tasche dei corrotti governanti di questi paesi e l’unico vero aiuto che questa gente ha avuto è stato dalle ONG. Un ragazzo mi ha chiesto una maglietta dell’inter ( ronaldo o stankovic ) e gliela manderò sicuramente. In ogni caso Tangalle è un vero paradiso, con una spiaggia davvero fantastica.

Prima di tornare a Colombo ho anche fatto un’escursione a Dickwella a vedere un tempio buddista piuttosto particolare, descritto dalla mia guida come il più kitch del mondo. In effetti è proprio così, questo tempio è proprio assurdo: c’è una statua enorme di Buddha ( la più brutta che abbia mai visto, che si può anche risalire con delle scale interne fino alla testa ) e nelle varie sale delle statue coloratissime che riportano scene di improbabili punizioni infernali. Un luogo che è quasi un’offesa alla bellezza, ma comunque ha un suo fascino.

Tangalle-Colombo-Negombo

Il viaggio di ritorno verso Negombo è stato lungo e faticoso, ho preso un minibus intercity che in teoria doveva essere superveloce ma che invece alla fine si è rivelato lentissimo, visto che si è fermato praticamente in ogni villaggio della costa. Il panorama comunque era splendido, ed ho potuto ammirare le più famose spiagge dello Sri Lanka, Hikkaduwa, Unawatuna e Bentota. Mi sono fermato per poche ore a Colombo e debbo dire che è la classica metropoli asiatica: sporca, rumorosa, con un traffico bestiale. Una specie di Bombay in versione ridotta, ma con il mare più pulito però. Anche qui c’è il quartiere modernissimo “occidentale” con grattacieli, ristoranti e negozi alla moda. Per tornare a Negombo ho preso un tuk-tuk e ci ho messo una vita, ma non so come siamo riusciti comunque a prendere una multa per eccesso di velocità…

A Negombo c’è più gente e il mio hotel è pieno, ma comunque mi devo fermare solo poche ore e va benissimo anche quello di fronte ( che costa uguale ed è gestito dalla stessa famiglia ). Quindi mi faccio un bagno al mare, mi riposo per qualche ora e sono pronto per tornare in Italia!

 

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