Singapore

Singapore

“There is no slack in Singapore. Imagine an Asian version of Zurich operating as an offshore capsule at the foot of Malaysia; an affluent microcosm whose citizens inhabit something that feels like, well, Disneyland. Disneyland with the death penalty.” ( William Gibson )

Lo ammetto, ero più che convinto che Singapore facesse schifo, che fosse una città grigia e noiosa tutta cemento e centri commerciali, con una popolazione anonima robotizzata concentrata solo a fare soldi. E invece – quasi a malincuore – debbo riconoscere che non solo non è così ma che è veramente molto bella, colorata e perfino interessante anche dal punto di vista culturale. Il famoso pezzo di Gibson, scritto negli anni 90, direi che ormai è troppo datato: non voglio dire che la Singapore di oggi sia diventata vivace come Barcellona o interessante come Londra, ma senza dubbio non è più solo quella specie di Svizzera dell’Asia di qualche anno fa.  Il paragone con la vicina “rivale” Kuala Lumpur, dove se togli i centri commerciali e le Petronas Towers resta ben poco, secondo me è impietoso ( anche se poi a KL ci sto bene e ci vado sempre volentieri, ma obiettivamente Singapore è superiore in quasi tutto ). Su quel genere di città è più simile ad Hong Kong ( anche se è molto meno “cinese”, malgrado la gran parte degli abitanti abbia quell’origine ), un’altra città che mi ha impressionato positivamente e che ha anch’essa molto da offrire oltre ai grattacieli.

Singapore

street art

Secondo me molti non riescono ad apprezzarla perché si fermano troppo poco, spesso in attesa di un aereo per qualche altra parte. Leggono qua e là che è una città stramoderna senza attrattive e decidono che non vale la pena fermarsi più di poche ore per fare shopping. In realtà ci sono moltissime cose belle e interessanti che ti possono riempire parecchi giorni. E i centri commerciali li puoi anche evitare del tutto se non ti interessano. Poi sicuramente c’è una buona componente di mito e di pregiudizi ( magari diffusi da gente che non c’è mai stata o che ci ha passato 3 ore ), come per altri posti dell’Asia: Singapore è una città di plastica dove ti torturano se mastichi il chewing gum, Bali è un paradiso, Bangkok è piena di donne disinibite e disponibili, l’India è solo spiritualità…

Per quanto riguarda gli abitanti non ci ho passato abbastanza tempo per poter dare dei giudizi, ma a occhio non mi sono sembrati tutti degli automi che vivono sotto il controllo di una specie di grande fratello. Ok, non è la gente amichevole, rilassata e sempre sorridente di altre città del Sud Est Asiatico e il mix di culture è molto meno appariscente, ma non sono nemmeno dei robot senza alcuna libertà. Credo che ci si possa anche vivere bene, avendo un buon lavoro ovviamente. Ci sono dei pro e dei contro ( per noi italiani soprattutto dover rispettare delle rigide regole ) ma penso sia una delle migliori città per un expat da quelle parti.

In genere non sono un amante di questo tipo di metropoli e dei grattacieli, soprattutto quando sono costruiti “ad cazzum” solo per occupare spazio, pensando che riempire le città di cemento e vetro sia un modo per renderle più belle o di supplire alla mancanza di monumenti, storia e cultura. Negli Stati Uniti hanno un senso e rappresentano quella cultura e da un certo punto di vista anche il sogno americano, altrove spesso sono solo dei brutti parallelepipedi di cemento. Ma quando invece c’è dietro un’idea, un progetto a lungo termine, qualche spunto geniale di qualcuno che riesce a guardare oltre i soliti modelli, ecco che può venir fuori qualcosa di apprezzabile. Nei piani di Sir Thomas Stamford Raffles ( che è anche quello che scoprì la mitica Rafflesia a Sumatra ) Singapore doveva diventare la Manchester dell’Oriente: alla fine è diventata una città completamente diversa e direi anche poco europea, ma comunque molto originale e affascinante.

Singapore

Singapore

Non è certo una città economica, ma è tutto sommato abbordabile anche per chi viaggia a basso budget, almeno per una visita di pochi giorni: ostelli economici si trovano e se si mangia hawker food o indiano si spende poco più che in Malesia. Ci sono varie “attrazioni” gratuite e altre molto pubblicizzate che però si possono tranquillamente evitare. Paragonata ad una grande città europea, soprattutto considerato il rapporto qualità- prezzo, secondo me è decisamente più economica. Onestamente pensavo fosse anche molto più affollata e trafficata: non so se ho avuto io la fortuna di capitare in un periodo favorevole ma tolta la zona più centrale attorno al Marina Bay Sands l’ho trovata molto tranquilla e ideale per farsi lunghe camminate, certi quartieri anzi sono quasi deserti durante l’orario di lavoro ( che è praticamente tutto il giorno ). Tra l’altro c’è tantissimo verde ovunque.

E’ senza dubbio una città poco asiatica, malgrado ci sia un bel mix di culture e ottimo cibo di tutto il continente sembra più una città occidentale e di certo manca completamente quella “sana” follia e quel caos incessante di altre metropoli dell’Asia. La politica di tolleranza zero su cose anche risibili, la pulizia, l’assenza di mendicanti,  la rendono qualcosa di molto lontano da ciò che si vede di solito da quelle parti. Spesso viene venduta come la città dove si vive meglio e dove c’è la gente più felice dell’Asia: boh, mi pare un po’ eccessivo, e onestamente credo sia difficile fare questo tipo di classifiche.

Singapore

little india

Per me la cosa più piacevole da fare a Singapore è girare a piedi tra i quartieri etnici, soprattutto la sera quando c’è tanta gente nei locali. Little India ( dove mi sono fermato ) è probabilmente il più bel quartiere indiano fuori dall’India: una specie di strana India pulita ( relativamente ), ordinata, con delle belle casette colorate e tutti i tipici ristoranti e negozietti indiani. Da vedere nel weekend quando praticamente tutti gli indiani di Singapore ( 500 mila ) ci vengono per passarci il giorno libero e andare al tempio. Musica di Bollywood a palla, gran sfoggio di sari colorati e gioielli e gran bevute ( anche se da poco è stata vietata la vendita di alcool dal tramonto all’alba in gran parte del quartiere ). La domenica sera ho conosciuto anche un simpatico gruppo di operai di Madurai che mi hanno offerto 2 kingfisher solo per il fatto che conoscevo bene la loro città e qualche parola di Tamil.

Singapore

kompong glam

Molto bello anche il quartiere arabo Kompong Glam ( che è vicino a Little India ), anche se si nota abbastanza che è stato tutto ripulito e restaurato, ti dà l’impressione di luogo un po’ finto. Ci sono bei locali e negozi molto particolari però, e qualche splendido esempio di street art. Accanto c’è Bugis che ha una storia interessante: originariamente era il porto dove i mercanti di Sulawesi ( che si chiamano appunto Bugis ) approdavano e scambiavano le loro merci, poi fu per decenni una zona a maggioranza cinese e nel dopoguerra divenne famosa in tutto il mondo come quartiere a luci rosse ( in particolare per i travestiti ). Negli anni ottanta poi però venne “ripulita” ( purtroppo direi ) e oggi è un quartiere abbastanza anonimo con tanti centri commerciali.

Chinatown va girata con calma, fuori dalla zona centrale vicino al tempio indù e il tempio del dente di Buddha che è molto turistica. Non è bella e pittoresca come quella di Bangkok ( secondo me la più bella in assoluto ) ma si possono trovare qua e là molte chicche dell’epoca anteguerra, negozietti che vendono cose stranissime, sale da tè e cibo di strada di ogni tipo ( con standard igienici ben diversi da quelli della Cina o della Thailandia ovviamente ). Questo quartiere confina con quello modernissimo di Clarke Quay  e c’è un bel contrasto tra gli altissimi grattacieli e gli edifici più vecchi e le tipiche case-negozio cinesi.

Singapore

chinatown

Singapore

Boat Quay è la zona che ha la vista più bella e forse dove è più piacevole passeggiare: un’ansa del fiume Singapore divide il quartiere finanziario con i grandi grattacieli e gli edifici coloniali che ospitano il parlamento, uffici governativi e il famoso Fullerton Hotel. Anche questa parte del vecchio porto era un quartiere di cinesi e le vecchie botteghe sono state adattate a bar e ristoranti. Poco più in là c’è la futuristica Raffles Place, che è proprio in mezzo ai tre grattacieli più alti ( 280 metri ),  e quindi il vero centro turistico della città che si sviluppa attorno alla foce del fiume, dove ci sono la statua del Merlion, il Marina Bay Sands ( il famoso grattacielo con la piscina in cima ), l’Art Science Museum a forma di fiore di loto, c’è perfino un campo da calcio galleggiante.

Singapore

marina bay

Oltre il Marina Bay Sands c’è il Garden by the bay, un’altra cosa che pensavo fosse una boiata per turisti e invece mi ha colpito e affascinato, è senza dubbio uno dei parchi più belli che abbia mai visto. I superalberi oltre ad essere un progetto geniale sono anche bellissimi da ammirare sia di giorno che di notte.

Singapore

gardens by the bay

Secondo me è una città da vedere almeno una volta, possibilmente cercando di lasciare a casa pregiudizi e luoghi comuni. E’ vero che non è l’Asia classica, che non è più la Singapore di Terzani e che non è certo un posto che merita da solo un viaggio, ma è comunque qualcosa di unico molto interessante per il viaggiatore di passaggio amante del continente asiatico.

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