Ayutthaya, Thailand
Lasciata Kanchanaburi mi dirigo a nord est verso il confine con la Birmania, a Sangkhlaburi, dove finalmente ho la possibilità di vedere una Thailandia un po’ più autentica, sia per i paesaggi, che ricordano i più classici film sull’Indocina, sia per la presenza più discreta degli stranieri. C’e’ ovviamente qualche turista anche qui, ma la cittadina ed i villaggi vicini non si sono snaturati per compiacere ubriaconi, puttanieri o arroganti simil-trekkers, ma sono ancora dei luoghi tipicamente thai, con qualche influenza della vicina Birmania.
Per caso sul minibus conosco la proprietaria di una delle guesthouse di Sangkhlaburi, il Burmese Inn, ci faccio quattro chiacchiere sul tempo e sulla festa nazionale del 5 ( compleanno del Re ), e alla fine decido di fermarmi da lei, anche perché il Burmese era comunque uno dei posti che mi ero segnato ( ma ci saranno in tutto 4 guesthouse e un paio di resort, non c’e’ una grandissima scelta ). Il posto pero’ merita davvero, a due passi dal lago e dal wooden bridge, immerso in una vegetazione lussureggiante. Al mattino tutto e’ avvolto da una soffice nebbia, che si dirada piano piano rivelando nella foschia il piccolo villaggio Mon al di la’ del lago, il ponte e le rafthouse, che appaiono come dei miraggi. La sera invece la morbida luce del tramonto avvolge tutto il paesaggio creando un’atmosfera quasi mistica. Durante la notte c’e’ un vero e proprio concerto di insetti di ogni tipo, mi sembra quasi di essere tornato nella giungla dell’Africa equatoriale.
A Sangkhlaburi ci sono diversi rifugiati birmani sfuggiti alla dittatura dei generali e, come spesso accade nelle citta’ di frontiera, varie etnie si sono fuse insieme creando un interessante e variopinto mix culturale. Non ci sono grandissime attrazioni turistiche, ponti famosi ( ma secondo me questo wooden bridge e’ molto piu’ bello di quello sul fiume Kwai ), templi o pagode spettacolari, ma comunque ci sono diverse cose interessanti in zona che possono giustificare uno stop di 2 o 3 giorni almeno, visto che tra l’altro l’atmosfera e’ molto tranquilla e tutti sono gentilissimi. Si puo’ andare in barca o in canoa alla scoperta della lago e della old Sangkhlaburi completamente sommersa dall’invaso della diga ( si vede solo la cima del campanile ), oppure si può prendere un songtao e andare a vedere il famoso passo delle tre pagode, dove passava la ferrovia della morte tra Thailandia e Birmania. Pagando dai 10 ai 20 dollari ( no baaath please ) si puo’ fare anche una passeggiata oltre confine. Si può attraversare il ponte ( che e’ già un’esperienza di per sè… ) e andare a visitare il villaggio Mon e il monastero Wat Wang Wiwekaram ( molto bello ). Infine si possono fare dei mini trekking o delle escursioni in bici o in motorino alla scoperta dei piccoli villaggi Karen che si trovano nei dintorni.
Info Utili
Per Sangkhlaburi ci sono due opzioni, il minibus a/c, 175 bath e 3 ore di viaggio oppure il lenterrimo torpedone locale ( da evitare ), 130 bath e 4.30/5 ore di viaggio. Il burmese inn a circa 800 metri dal mercato e’ un’ottima soluzione per tutte le tasche dai 100 bath della longhouse fino ai bungalow con tv da 600.
Se si viene in thailandia conviene portarsi contanti oppure cercare dei fantomatici bancomat della AEON ( io ne ho trovato uno a kanchanaburi, hanno un sito con la mappa ) perché tutte le altre banche chiedono 150 bath a prelievo, che e’ meglio spendere in altro modo.