( Sumatra, Indonesia )
I’m moving
I’m coming
Can you hear, what I hear
It’s calling you my dear
Out of reach
Take me to my beach
I can hear it, calling you
I’m coming not drowning
Swimming closer to you
( Pure Shores, All Saints )
Non ho molto da scrivere su Sabang ( Pulau Weh ), visto che la mia permanenza nell’isola è stata dedicata quasi esclusivamente all’ozio. In ogni caso mi è piaciuta molto, il mare è strepitoso e ci sono moltissimi pesci tropicali. E se mai dovessi un giorno fare questo benedetto corso PADI verrei a farlo senza dubbio qui. Fino a pochi anni fa questo era considerato una specie di paradiso segreto, qualcosa tipo l’isola di Di Caprio in “The beach”, e quei pochi che avevano il coraggio di sfidare i guerriglieri e la malaria lo confermavano, descrivendo l’isola come un Eden tropicale e il mare attorno un fantastico ed infinito acquario nel quale perdersi per giorni. Oggi in realtà non è cambiato moltissimo, Sabang è sicuramente più conosciuta e apprezzata ma è ancora un gioiellino, dove c’è un’atmosfera lontana anni luce da quella che si trova in isole simili in Thailandia, non molto lontane al di là dello Stretto di Malacca.
Ci sono due posti dove ci si può fermare nell’isola: Iboih, che è più orientata verso i “backpackers” ( anche se non sono quelli classici da Thailandia o da Bali, probabilmente l’alto costo della birra è un buon deterrente ) o comunque verso chi vuole starsene tranquillo e spendere poco e Gapang, che invece è un posto un po’ più “upmarket” adatto a turisti e a chi è interessato solo a fare immersioni. Ovviamente io ho scelto Iboih e mi sono trovato molto bene, e il lodge che ho scelto pur essendo quello “picked” dalla guida lonely planet ( che io chiaramente non avevo, ma quella dell’Indonesia, come quella della Thailandia, da queste parti si trova praticamente in ogni guesthouse ) si è rivelato perfetto per le mie esigenze. Ho visto anche Gapang e non mi è affatto dispiaciuta, ma non mi sono pentito della scelta e credo che Iboih sia nel complesso migliore.
A Iboih i ritmi della vita si abbassano ulteriormente rispetto a quelli di altri posti dell’Asia, che sono già molto lenti. Ci si sposta a piedi o a nuoto, e quasi tutti passano molte ore a dondolarsi sull’amaca del proprio bungalow e a fare snorkeling. Ci sono due piccole spiagge, 3 o 4 ristoranti ( che fanno anche degli ottimi spaghetti volendo ), un centro immersioni, un paio di empori e una ventina di bungalow di legno. C’è un numero accettabile di viaggiatori, che si dividono equamente tra chi è venuto solo per fare immersioni e chi vuole solo rilassarsi. Di fronte c’è una piccola isola, Pulau Rubiah, che volendo si può raggiungere a nuoto ( meglio con le pinne perché ci sono delle correnti ), dove c’è una guesthouse, un ristorante, una bella spiaggia e il famoso sea garden, dove si può fare uno dei migliori snorkeling di questa parte dell’Asia.
La sera ci si riunisce nella zona living comune dove si può parlare con altri viaggiatori di immersioni o di viaggi. La famiglia organizza una cena per tutti con vari piatti anche vegetariani, ad un prezzo irrisorio ( 2 euro circa ) considerando che puoi mangiare fino a ingozzarti. Forse il posto dove ho mangiato meglio in Indonesia ( dove comunque contrariamente a ciò che molti dicono secondo me si mangia molto bene, anche se il mio punto di vista di vegetariano non fa molto testo ). Mi piace la filosofia di questa guesthouse, gestita da una simpatica donna molto intraprendente e dai figli: pur essendo la più frequentata perché citata nella LP vuole mantenere un “low profile”, si mantiene a gestione familiare e rifiuta prenotazioni in anticipo. In molti si sono proposti di crearle un sito, ma la proprietaria si è sempre opposta, non vuole troppa gente. Poi c’è da dire che i bungalow sono tra i migliori, io non ho trovato libero uno di quelli sul mare ma comunque ho una vista spettacolare. In più c’è bella gente, in particolare faccio amicizia con un simpatico insegnante di Chicago che lavora in Thailandia, con due ragazze tedesche molto belle che da bambine venivano in vacanza a Lignano, e una coppia di grandi viaggiatori tedeschi, i “viaggiatori perpetui” Konni e Matt. Con loro farò anche un paio di escursioni in barca.
Ma se siete a Pulau Weh e volete vedere una spiaggia davvero spettacolare ( quelle di Iboih e di Gapang sono belle ma piccole ) dovete affittare un motorino e andare oltre Sabang, il capoluogo dell’Isola, sulla costa Nord Est. A 4 o 5 chilometri dalla città troverete una sbiadita indicazione sulla sinistra che vi indicherà Pantai Sumur Tiga, una stupenda spiaggia con tutte le caratteristiche giuste: soffice sabbia bianca, palme, colori del mare strepitosi, nessun turista nel raggio di chilometri. C’è un solo ristorante con una vista davvero mozzafiato.
info utili:
traghetto lento Banda Aceh-Pulau Weh ( raggiungere il porto di Ulee lheu, servizio opelet dal centro città ): 2 ore, 17000 rupie
taxi collettivo per Iboih-Gapang: 40.000 r contrattando dai 60 iniziali
oong guesthouse a Iboih: bungalow con bagno in comune 40000 r, 60000 con la cena compresa
motorino in affitto: 70000 r al giorno col pieno compreso