Yangon, Myanmar
Khao San Road, 5 di mattina. C’e’ ancora tanta gente nei bar e nei ristoranti, e per arrivare alla fermata del minibus devo fare un vero e proprio slalom tra inglesi ubriachi. Lungo la expressway cerco di riordinare un po’ le idee: questi primi due mesi tra Laos e Thailandia sono stati molto belli ma non particolarmente intensi, ora mi aspetta una seconda fase del viaggio diversa, in un paese unico ancora non conquistato e cambiato per sempre dal “malefico” occidente. All’aeroporto c’e’ moltissima gente e tra una coda e l’altra rischio di perdere il mio volo, anche se alla fine partira’ con mezz’ora di ritardo proprio per aspettare le persone bloccate nelle chilometriche code al controllo passaporti ( e poi Bangkok dovrebbe essere un aeroporto all’avanguardia… mapppefavore!! ). In poco piu’ di un’ora sono a Yangon e sono abbastanza frastornato, e’ difficile immaginare una citta’ al mondo cosi’ diversa da Bangkok.
Mi sono sentito immediatamente a mio agio in citta’, visto che ho subito riconosciuto visi tipicamente indiani e diverse cose classiche del subcontinente. E’ molto sporca e decadente, c’e’ spazzatura ovunque e tanta confusione, ma tutto sommato mi da’ l’impressione di una citta’ molto piu’ vivibile di altre metropoli che ho visto in Asia. Quasi tutti indossano il lunghi ( anche se per me che sono un purista questo non e’ il vero lunghi, e’ una variante ), anche le donne, che si spalmano in faccia una specie di pasta bianca o gialla. Ci sono molte cose vecchissime, alcune non le vedevo da quando ero ragazzo ( ho trovato perfino il mio registratore a cassette della Sanyo! ), mentre altre le ho viste solo in tv o nei musei. Molti camion e autobus sono a dir poco esilaranti.
Dopo 5 o 6 samosas mi avvio stancamente verso il mercato, la prima cosa da fare quando si arriva qui in citta’ e’ andare a cambiare i dollari al mercato nero. Al mercato, che si trova all’interno di un edificio coloniale a dir poco fatiscente, ci sono molte cose interessanti, e se si vuole fare acquisti e’ meglio farli qui quando si parte, nel resto del paese tutto e’ in genere piu’ caro. Quindi prendo l’autobus per la shwedagon pagoda, che e’ la principale attrazione di Yangon e, insieme alle rovine di Bagan, dell’intero Myanmar. Questo enorme stupa che domina tutta la citta’ e’ una delle riconosciute meraviglie dell’Asia ed e’ senza dubbio impressionante, e non solo per le tonnellate di oro e le migliaia di pietre preziose. Il tramonto e’ magico, anche se l’atmosfera e’ a dir poco surreale, tra monaci e fedeli che meditano e schiere di turisti con costose macchine fotografiche e treppiedi che cercano di catturare lo scatto piu’ “originale” da mostrare agli amici o da mettere su internet.
Il giorno successivo cazzeggio un po’ tra il centro citta’, il bel lago e i due Buddha giganti che si trovano vicino alla pagoda. Quello disteso e’ uno dei piu’ belli che abbia mai visto ( di solito sono delle ciofeche, con un valore artistico pari a quello dei nostri nani da giardino… ), con uno splendido ed enigmatico sorriso. Dopo 3 giorni di ambientamento in questo strano paese, tra ottimi ristoranti indiani e cinesi e splendidi bar/bettole ( con grossi topazzi che si comportano come animali domestici, a quanto pare qui non se li mangiano come in Laos ) e’ tempo di migrare: il vero viaggio in Birmania cominciera’ a Mawlawmyine, vecchia capitale coloniale ai tempi degli inglesi, oggi capoluogo dello stato dei Mon. Sara’ proprio qui che iniziero’ ad amare questo straordinario popolo di persone sempre gentili e sorridenti. Il viaggio in treno, malgrado lungo e non proprio comodissimo ( per usare un eufemismo ), si rivelera’ comunque molto piacevole. La velocita’ di crociera media e’ di circa 20/30 km all’ora, quindi c’e’ la possibilita’ di godersi il paesaggio e osservare la vita della gente nei villaggi, dove c’e’ molto del medioevo e poco o pochissimo dell’era moderna. Durante il viaggio per la prima volta ho l’occasione di fare 4 chiacchiere con qualcuno di questo paese: una studentessa di Mawlawmyine di origine indiana, Andita, e’ interessata a fare un po’ di pratica con l’inglese e a conoscere qualcosa sull’Europa e sul mondo occidentale del quale, come molto birmani, ha un’idea piuttosto vaga. E’ davvero molto ingenua per la sua eta’ ( 20 anni ), ma simpatica e intelligente. Studia ingegneria elettronica a Yangon e sogna di andare a vivere un giorno a Singapore.
Mawlawmyine e’ una tipica, vivace, cittadina del sud, dove c’e’ un clima gradevole, gente molto amichevole ( questa cosa la ripetero’ spesso in questi post birmani ma e’ la semplice verita’ ) e un viavai continuo di ogni tipo di merci che vengono caricate e scaricate dalle bagnarole ancorate ai vari jetty. Il fiume e’ impressionante, enorme, il Mekong o il Gange in confronto sembrano dei ruscelli!! Il ponte della ferrovia e’ ovviamente il piu’ lungo del Myanmar ed e’ una delle immagini piu’ classiche di questa citta’. Questa zona non fa parte, almeno per ora, del classico giro dei tour organizzati, la gente e’ in genere poco abituata a vedere degli stranieri ( soprattutto fuori citta’ ) e si incontrano interessanti viaggiatori con decennali esperienze di viaggi in ogni parte del globo.
Nei dintorni di Mawlawmyine ci sono diverse cose interessanti e col senno di poi mi sarei fermato molto piu’ a lungo sia qui che a Hpa an, che si sono rivelati luoghi molto piu’ autentici e affascinanti delle piu’ famose localita’ turistiche ( a parte ovviamente Bagan che e’ fantastica, ma che comunque fa parte di quella categoria di posti unici che ti colpiscono per la bellezza ma che tutto sommato si assomigliano tutti per il contorno di venditori di souvenir, guide piu’ o meno improvvisate e calessi ).
Il secondo giorno in citta’ un pittore canadese e un fotografo olandese mi propongono un tour su un’isola del fiume, ma la cosa mi sembra poco interessante e alla fine decido di andare a farmi un bagno nella “vicina” spiaggia di Set-Se. Gia’, vicina… sono solo 80 km ma ci mettero’ piu’ di 4 ore e ci capiro’ poco o nulla, visto che invece di mollarmi a Thanbuzajaf ( ridente cittadina con molte donne sorridenti dove c’e’ un cimitero di guerra simile a quello di Kanchanaburi ) mi porteranno nella piu’ lontana Kyaikkami, un’altra simpatica cittadina di pescatori sul delta del fiume. Trovo in ogni caso un bus per la spiaggia dove passero’ un piacevole pomeriggio. Il posto e’ carino, ci sono dei bei ristoranti e qualche venditore di cocchi e souvenir. La spiaggia e’ molto bella e stranamente pulita per gli standard birmani, anche se l’acqua e’ molto inquinata e non ha un colore molto invitante. Ci sono un centinaio di persone a fare il bagno, io sono l’unico straniero e praticamente l’unico che indossa un costume, da queste parti tutti fanno il bagno vestiti!!!
E’ comunque veramente uno splendido angolo di “vera” Birmania e mi divertiro’ un sacco, finche’ verso le 3 scopriro’ che l’autobus con il quale sono arrivato era anche l’ultimo in partenza.
Due tizi cercano di aiutarmi, mi offrono una birra e mi trovano una donna che parla inglese. Mi dice che se vado a Thanbuzajaf con un mototaxi poi non dovrei avere problemi a trovare un pick up per Mawlawmyine. Mi sembra l‘unica cosa fattibile, c’erano un paio di guesthouse sulla spiaggia ma alla fine avrei dovuto pagare anche per quella in citta’ e tutto sommato non c’era motivo di fermarsi. Mi accordo con un ragazzo per 3000 kyat e partiamo velocissimi. La moto sfreccia a piu’ di 100 all’ora in un adrenalinico slalom tra enormi crateri stradali, ma alla fine in qualche modo arrivo sano e salvo e trovo quasi subito un mezzo per tornare al Breeze, dove arrivo giusto in tempo per godermi lo splendido tramonto e andarmi a mangiare una specie di noodles/spaghetti con sugo di pomodoro al night market.
La tappa piu’ ovvia e logica dopo Mawlawmyine e’ Hpa an, che ora si puo’ raggiungere senza problemi con un vecchio ferry boat risalendo il fiume. Il viaggio e’ bello ma nulla di eccezionale ( a parte l’ultimo tratto molto bello quando si iniziano a vedere le montagne tipo pan di zucchero di Hpa an ), forse il fiume e’ troppo largo per potersi godere pienamente il paesaggio. Comunque si incrociano delle barche veramente assurde, ci si ferma in un paio di villaggi davvero fuori dal mondo e sulla barca si fanno degli incontri interessanti. Ci sono una decina di viaggiatori, quasi tutti belli tosti e con un buon bagaglio di interessanti aneddoti di viaggio da raccontare. Cosi’mentre risaliamo il fiume in questa zona remota della Birmania viaggiamo anche con l’immaginazione tra l’Africa, l’India, il Brasile, la Corea, la Cina, l’Alaska, l’Australia…
Info utili:
Taxi dall’aeroporto a downtown Yangon: 6 dollari
White House GH: 7 dollari con superba colazione/buffet inclusa
Treno Yangon-Mawlawmyne: 8 dollari per l’ordinary class ( portarsi un cuscino o qualcosa di morbido per sedersi, i sedili sono delle panchine di legno ), 9 ore circa.
Breeze GH: un classico, ci sono passati poeti, scrittori, militari… stanza veramente piccola per 6 dollari, ottima colazione in terrazza inclusa.
Bus Mawlawmyine-Kyakkami: 1000 kyat, 4 ore. Bus Kyakkami-Setse 30 min, 500 kyat. Mototaxi Setse-Thanbuzajaf: 3000 k, 30 min. Pick up Thanbuzajaf-Mawlawmyine: 1500 k, 2.30 ore.
Barca Mawlawmyine-Hpaan: 7 ore, 2 dollari ( +1000k di taxi per raggiungere il Jetty )