Naivasha, Kenya
Questa strada e’ davvero orribile, ma se avessi potuto viaggiare nella cabina del camion e non sul tetto seduto su di una barra di acciaio scomodissima ( o almeno sul retro di un camion di fagioli e non di bestiame ), sarebbe stato un viaggio meno duro di altri che ho fatto in passato ( senza andare troppo lontano nel tempo per esempio quello dell’anno scorso Kathmandu-Darjeeling, terribile… ). Anche stavolta pero’ non avevo molta scelta: l’autobus da Konso a Moyale e’ arrivato troppo tardi, quando l’ufficio dell’immigrazione etiope era gia’ chiuso. Ho dovuto quindi passare la notte nella Moyale etiope e l’indomani aspettare le 8.30 per poter attraversare il confine. Il convoglio di camion per Nairobi parte alle 9.30, quindi sono arrivato troppo tardi per contrattare un buon posto e ho dovuto accettare il camion d bestiame perche’ non c’era altro. L’alternativa era passare un giorno intero nella Moyale kenyana, e l’ho scartata subito.
La prima parte di strada e’ ancora considerata parecchio pericolosa, anche se ci sono molti soldati e per un tratto si viene affiancati da una scorta armata che sale sul camion ( e il soldato appena salito mette subito il colpo in canna nel suo kalashnikov e per tutto il tragitto tiene il dito sul grilletto ). La splendida savana dell’Etiopia meridionale si tramuta ben presto in un arido ed inospitale deserto. In questa zona vivono solo tribu’ nomadi di pastori, che allevano capre, muli e cammelli. Mi trovo ad un passo dall’equatore e il sole di mezzogiorno e’ pesantissimo, qui si ha veramente la sensazione del sole “a picco”. Quando verso le 2 buchiamo una gomma tiro un sospiro di sollievo, potro’ almeno riposarmi per un po’ all’ombra. La riparazione dura piu’ di due ore, perche’ pur viaggando in una delle peggiori strade del mondo questi incoscienti non hanno nemmeno una ruota di scorta, e devono arrangiarsi con una toppa e della colla, neanche fosse una bicicletta…
Gli austriaci che ho incontrato al confine pero’ sono stati meno fortunati, perche’ il loro camion ha bucato 2 gomme e sono arrivati a Marsabit solo a notte fonda. Un terzo camion con un giapponese non e’ mai arrivato ( arrivera’ due gorni dopo ). L’ultimo tratto e’ durissimo, la strada e’ pessima e ormai culo e schiena sono a pezzi. Arrivo a Marsabit alle 9.30 di sera dopo 12 faticossime ore di viaggio, ma mi sento molto sollevato, ormai almeno per quanto riguarda le strade la parte piu’ dura del mio viaggio e’ alle spalle.
Il camion non so perche’ parcheggia in una strada buia a 500 metri dal centro della citta’ e mi tocca pure farmi un pezzo a piedi in un posto tutt’altro che rassicurante. Ricordo che in questa citta’ Bettinelli quando arrivo’ vide uccidere un uomo proprio mentre parcheggiava la vespa…
Nel frattempo mentre scrivo una pioggia torrenziale ( anzi direi quasi un uragano tropicale ) si e’ abbattuta su Marsabit, che e’ praticamente tutta allagata. Il giorno dopo piove di meno ma per gran parte della giornata, la strada per Moyale e’ chiusa e ci sono circa 40 camion bloccati nel fango. Riesco a leggere le e-mail e leggo quella degli austriaci che viaggiavano con me in Sudan e che sono passati di qui pochi gorni fa: hanno fatto un viaggio terribile di 49 ore da Moyale ad Isiolo, bloccati in mezzo al nulla con poco cibo e poca acqua.
Ha smesso di piovere ma ho deciso di aspettare un altro giorno, mi sembra stupido rischare in queste condizioni.
info utili
Da Moyale a Marsabit, a meno che non si trovi con un gran colpo di fortuna un passaggio in macchina o l’autobus che pero’ parte raramente, l’unica opzione sono i camion, fino a Marsabit dovrebbero costare 1000 in cabina e 500 sul tetto. Fondamentale arrivare il giorno prima per contrattare un buon posto. A Marsabit il miglior posto e’ il Jey Jey centre, ottime stanze per 300 ksh. C’e’ anche un buon ristorante.