L’ultimo giorno a Gonder e Debark

etiopia

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Gonder, Etiopia

Sono rientrato dal mio trek, quindi riprendo il mio racconto dal giorno prima della partenza.

Domani parto per Debark, dove intendo organizzare il mio trek al Ras Dashen, la cima piu’ alta d’Etiopia. Mi sono ben rifornito di spaghetti italiani ( cari ma almeno non si scuociono subito come quelli farlocchi ), noodles cinesi prontiintreminuti, biscotti, pane, te’, zucchero…insomma tutto cio’ che serve per un trek di questo genere. Ho provato ad andare alla stazione degli autobus a chiedere a che ora e’ il bus, ma e’ inutile, qui tutti ti dicono sempre che c’e’ una sola corriera alle 5, quando invece non parte niente prima delle 6. E comunque dovrebbero essercene diversi tutto il giorno. Mi pare chiaro che qui in Etiopia e’ inutile andare a chiedere questo tipo di informazioni, e’ meglio andare la mattina presto in stazione e aspettare. Il mio rapporto con questo paese sta un po’ migliorando, comincio a essere affascinato dalla loro stravagante cultura, anche se per ora non sono riuscito ad avere una reale conversazione con qualche etiope che non sia un tout o qualcuno che vuole qualcosa da me.

Gli austriaci mi avevano detto che una volta usciti dal mondo arabo non avremmo avuto piu’ problemi con la lingua perche’ dall’Etiopia in giu’ l’inglese lo parlavano tutti. Niente di piu’ falso. Qui l’inglese per la maggior parte delle persone e’ una specie di lingua perduta incomprensibile tipo l’aramaico o il sanscrito, e solo chi ha a che fare con i turisti lo mastica un po’ ( ma spesso con uno strano accento ). Ho trovato altre similitudini con l’India: oltre agli strani tatuaggi delle donne, anche qui ci sono uomini che girano mano nella mano o tenendosi per un mignolo. E anche qui molti fanno i loro bisogni per strada senza curarsi affatto della gente che passa.

Debark

Come avevo previsto l’autobus partiva alle 6, e alla fine ho dovuto aspettare solo pochi minuti. La strada e’ pessima, piu’ tardi verro’ a sapere che e’ la stessa fatta da noi italiani negli anni trenta. Non e’ mai stata asfaltata e infatti e’ una strada sterrata in condizioni pietose anche piuttosto pericolosa. L’autobus e’ strapieno e ondeggia su per i tornanti ad una velocita’ di crociera mai superiore ai 20/30 all’ora.

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debark

Debark fa abbastanza schifo, e’ la classica citta’ che si sviluppa su di una via centrale polverosa e che fino a qualche anno fa era solo un villaggio di pastori e contadini dove facevano tappa i bus per Axum ( o per Gonder nella direzione opposta ). Poi si sono scoperte le potenzialita’ turistiche delle vicine Simien mountains ( scrivero’ piu’ avanti qualcosa a proposito ), sono iniziati ad arrivare i turisti e il villaggio si e’ ingrandito. Purtroppo ci sono molti seccatori, i negozianti cercano di fregarti in ogni modo e ci sono addirittura bambini mendicanti che ti mostrano un birr e ti chiedono “money”, “money”. Tutti ti fissano come se tu fossi un alieno, penso proprio che se trovero’ anche a sud questo atteggiamento me ne andro’ presto dall’Etiopia. Sono sicuro che il paese e’ bellissimo, che gli etiopi in fondo sono brava gente e posso anche passare sopra al fatto che tutti ti vedano come un portafogli che cammina ( e’ una cosa poco simpatica ma comune a molti paesi poveri ), ma un minimo di rispetto lo pretendo sempre e comunque per me non ha senso stare in un paese dove non e’ possibile avere nessuna vera relazione con la popolazione locale. Pero’ ribadisco che la cultura mi intriga ( proprio ora e’ partito un concertino di flauti e tamburi qui all’hotel, che stranamente anche questo sembra un bordello ), e i visi sono i piu’ belli e fotogenici che abbia mai visto. Qui un fotografo ritrattista potrebbe sbizzarrirsi, io pero’ faccio soprattutto foto a paesaggi, animali e cose inanimate, e non mi piace ne’ chiedere alla gente il permesso di fare delle foto ne’ farle senza. Cosi’ mi accontento di qualche foto “rubata” da lontano con lo zoom, o al limite fotografo qualche bambino.

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