Fino al 2009, quando finì la sanguinosa guerra civile che dilaniò lo Sri Lanka per 25 anni, la strada che da Vavunya portava a Jaffna era famosa come una delle più pericolose del mondo e in quegli anni fu spesso terreno di scontro tra l’esercito regolare e i separatisti dell’LTTE ( meglio conosciuti in occidente come Tigri Tamil ). Immagino che come me molti viaggiatori amanti dell’Asia abbiano sognato di percorrerla un giorno, e andare a vedere quella mitica penisola rimasta suo malgrado praticamente incontaminata dal 1984 fino ad oggi. Dopo qualche anno di assestamento e di lavori la strada è finalmente aperta a tutti e comoda da percorrere, e la guerra sembra realmente un ricordo lontano. Nel 2014 poi è stata inaugurata anche la nuova linea ferroviaria per Colombo.
Lascio quindi Trinco, saluto i cervi che brucano l’erba alla stazione degli autobus, e col solito torpedone rosso della compagnia statale mi dirigo verso Nord. Una breve tappa a Vavunya e poi inizia la famigerata A9, e dopo pochi chilometri si ha davvero l’impressione di entrare quasi in un altro Paese, anche se solo una volta arrivati a Kilinochchi ci si rende realmente conto di essere in una regione che fu zona di guerra per moltissimi anni. Gli edifici danneggiati sono ancora molti e la famosa torre dell’acquedotto fatta esplodere dai separatisti nella battaglia finale della guerra è ancora lì a ricordare a tutti quei drammatici giorni. Infine si attraversa il celebre Passo dell’Elefante ( la cui conquista sancì di fatto la fine della guerra ), che si trova nell’omonima laguna tra suggestive saline e si entra nella penisola e quindi si giunge a Jaffna, la città capitale della regione e il centro più importante per tutti i Tamil dell’isola.
La città è un po’ strana, la prima impressione è che rispetto a Trinco e a Batticaloa sia ancora un po’ in mezzo al guado, in una fase di riabilitazione. Gli edifici o i negozi distrutti e/o abbandonati sono moltissimi, anche molte belle ville con splendidi giardini. Alcune le stanno ristrutturando ma la maggior parte sembrano proprio abbandonate da anni, anche se si trovano in piacevoli quartieri residenziali dove secondo me si vive molto bene ( se me ne regalassero una da ristrutturare… ). Dicono che Jaffna fosse molto bella prima della guerra, un perfetto mix di architettura coloniale e del Sud dell’India, ma oggi non è facile dare un giudizio.
In 12 giorni di permanenza ho visto solo una manciata di stranieri, mi pare evidente che lo sfruttamento turistico è ancora in fase embrionale ( anche se da quanto ho capito un po’ di turismo locale c’è ). Ma non c’è nemmeno troppa curiosità o invadenza, né ci sono touts attaccabottone ( anzi è uno dei pochi posti dove se ti serve un tuc tuc te lo devi andare a cercare ) o gente strana che ti segue o ti fissa, ciò che è invece la norma se si viaggia tra i Tamil indiani. E’ il classico posto dove la gente sembra non aver ancora capito che i viaggiatori occidentali possono essere anche un’opportunità di fare soldi facili.
C’è qualche discreto tempio in classico stile del Sud dell’India, ma nulla che possa impressionare chi ha già visto i magnifici templi del Tamil Nadu, anche se ho un bellissimo ricordo del tempio principale della città ( Nallur Kovil, con due grandi gopuram gialli che sono un po’ diversi da quelli indiani ), dove ho assistito alla suggestiva cerimonia serale con i raggi del sole al tramonto che morivano tra le austere colonne, musica tradizionale, tante donne con sari coloratissimi e gli uomini tutti a petto nudo ( è obbligatorio ).
Non manca ovviamente un forte, costruito nel seicento dai portoghesi e poi ampliato e rinforzato dai danesi. E’ meno bello di altri ma denso di atmosfera, anche perché credo sia uno dei pochi di quell’epoca usato anche in questa: fu infatti utilizzato come estrema difesa dai combattenti dell’LTTE e assediato dall’esercito per 50 giorni.
Essendo da sempre un estimatore del Tamil Nadu, forse lo Stato Indiano che preferisco e che conosco meglio, ero abbastanza curioso di vedere se ci fossero delle similitudini e se i Tamil dello Sri Lanka fossero simili a quelli indiani, visto che etnicamente sono praticamente uguali. Qualcosa in comune ovviamente c’è ma onestamente non ho mai avuto l’impressione di essere in un posto che potrebbe anche essere in India. Soprattutto per la gente, che anche qui – come avevo già avuto modo di notare a Batticaloa e a Trincomalee – è molto diversa. Quindi anche qui a Jaffna ho trovato dei Tamil molto più gentili ed educati, più riservati, più seri e organizzati nel lavoro. La tipica follia dell’India in queste persone è quasi completamente assente, e vedere gente che fa cose assurde non è così comune, anzi spesso ho notato che hanno un approccio alle cose abbastanza logico più simile al nostro. Grazie alle tante scuole e collegi istituiti dai missionari americani ed europei c’è anche un ottimo livello d’istruzione ( e questa fu anche una delle cause scatenanti nella prima fase della guerra civile, visto che i Cingalesi reclamavano i lavori statali occupati dai Tamil meglio istruiti ). Mi sono sembrati anche gente molto allegra e gioviale, e questo atteggiamento mi ha colpito perché visto ciò che hanno passato negli ultimi decenni avrebbero tutti i motivi per essere tristi e demoralizzati.
Anche il cibo è leggermente diverso, la base è sempre il thali ma c’è qualche curry tipico del posto ( buonissimo quello di melanzane ) e il riso non è quello solito dell’India, ma in ogni caso si mangia veramente benissimo a prezzi irrisori. Ci sono vari ristoranti pure-veg sparsi per la città, il migliore l’ho trovato vicino alla pagoda buddista ( che è sempre pieno all’ora di pranzo ).
Insomma, Jaffna non è malaccio e ci si sta anche bene, ma secondo me il vero punto forte di questa parte dello Sri Lanka è il resto della penisola, soprattutto le isole vicine e parte della costa all’estremo nord. Se si vuole vedere tutto con mezzi pubblici ci vuole un po’ di tempo e molta pazienza, ma ne vale senza dubbio la pena e in realtà non è molto difficile, ci sono bus e minibus per quasi tutte le destinazioni. In ogni caso in generale non l’ho trovato un posto molto adatto per visite lampo, se non si ha almeno una settimana da investire forse è meglio lasciar perdere e vedere altre cose in altre parti dell’isola più accessibili. Credo che però siano luoghi da non perdere per chi vuole capire meglio la cultura di questo bellissimo Paese e la sua storia recente.
Point Pedro, all’estremo Nord Est, ha l’atmosfera tipica del posto remoto ai confini del mondo, anche se poi in realtà si può visitare abbastanza facilmente in giornata da Jaffna. Anche qui ci sono belle ville in tranquillissime zone residenziali, qualche chiesa, un piccolo ma vivace mercato con tanto pesce e forse la spiaggia più bella di tutta la penisola. Si chiama Munai beach, è lunghissima e si trova a circa 2-3 chilometri dal centro: è ancora molto selvaggia e solo da poco stanno provando a trasformarla in qualcosa di vagamente turistico. Non c’era nessuno comunque, e il mare è stupendo, così come il colore della sabbia rosato. Ci sono ancora molti ruderi di edifici abbandonati dopo la guerra che costeggiano il lungomare, capanne e barche di pescatori, un bel faro ben protetto dai militari e tante palme.
A Nord di Jaffna, sul mare, c’è poi il famoso tempio di Naguleswaram a Keerimalai, dove ci sono anche delle sorgenti calde in una specie di piscina che sembra un po’ qualcosa costruito dai Greci o dai Romani. C’è anche una chiesetta abbandonata un po’ inquietante. Purtroppo c’erano in corso dei lavori sia al tempio che alle sorgenti quindi non ho visto molto né ho fatto il bagno, quindi non saprei dare un giudizio affidabile. C’erano tanti pellegrini simpatici comunque, un gruppo mi ha anche offerto il pranzo.
Le isole più vicine come Kayts e Karainagar sono raggiungibili facilmente via bus perché sono connesse con la terraferma e tra di loro con delle causeways. Il paesaggio è veramente stupendo in queste zone lagunari tra le isole, soprattutto all’alba e al tramonto. Su queste ci sono le due spiagge più frequentate dai locali, Chatty beach a Kayts ( ci si arriva anche in bici volendo ) e Casuarina beach a Karainagar. Più bella la seconda, mare bello e calmo e un bel boschetto di casuarine, in una zona abbastanza selvaggia.
Ma il posto che mi è piaciuto di più è senza dubbio Delft, l’isola più lontana e affascinante e probabilmente il luogo più remoto di tutto il Paese. Anche in questo caso “remoto” è un termine abbastanza relativo, nel senso che è più legato all’impressione che si ha una volta sul posto che all’effettiva difficoltà nel raggiungerlo. Partendo molto presto da Jaffna infatti si riesce a fare anche una gita in giornata: bisogna prima andare al porto dell’isola di Kurikadduwan e poi da lì prendere il traghetto. Ce ne sono molti per l’isola più vicina Nainativu ( dove c’è un tempio indù molto frequentato ) ma per Delft solo un paio al mattino che poi tornano la sera. L’isola è abbastanza grande ma si può volendo girare in parte anche a piedi o in bici ( se si riesce a trovarne una ). Ci sono comunque un paio di tizi col tuk tuk che offrono dei “tour” tra le varie attrazioni dell’isola. Tra queste ce ne sono alcune strane e interessanti, anche se in questo caso è l’isola stessa l’attrazione, con il suo paesaggio così particolare, gli strani muretti a secco tra le case fatti con i coralli e un mare spettacolare che non ha nulla da invidiare a quello dei posti più famosi e frequentati. Tra queste “attrazioni” ci sono un paio di baobab secolari ( portati dall’Africa ), dei cavallini selvatici ( portati dai danesi ), una bizzarra piccionaia portoguesa, un mini-forte in rovina ( anch’esso costruito con i coralli ), una misteriosa “roccia che cresce” e due laghi. C’è una piccola comunità di circa 5000 locali che vive soprattutto di pesca e agricoltura. Non ci sono infrastrutture turistiche ma immagino che vista la bellezza dell’isola presto anche qui si inizierà a fare qualcosa.
interessante, come sempre. Prezzi?
Bassi, a parte gli hotel che sono pochi e costano leggermente di più che in altre zone dell’isola ( a parte la YMCA dove mi sono piazzato io, che aveva stanze più che decenti a 5 euro a notte ). Puoi starci dentro comodo con 10-15 euro al giorno.