Green is the colour

cameron highlands

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Non so quanto ci sia di vero sull’effetto dei colori sulla mente umana, ma comunque è qualcosa che gli uomini in un modo o nell’altro hanno studiato fin dai tempi dell’antico Egitto e anche se oggi è più legata alla new age e alle cure “alternative” che alla scienza molto probabilmente ci sono anche delle basi di verità. In ogni caso quando si capita in posti come le Cameron Highlands, nel Nord della Malesia peninsulare, è difficile negare che essere immersi in questi meravigliosi paesaggi colorati da tutte queste bellissime gradazioni del verde sia estremamente rilassante e favorisca la riflessione e la meditazione.

Le piantagioni da tè non sono certo una novità per me: ne ho viste di tutti i generi, da quelle pianeggianti che si perdono a vista d’occhio dell’Assam ( “the tea basket of India” ) a quelle sulle affascinanti colline che si affacciano sul Kangchenjunga di Darjeeling, da quelle “selvagge” del Bangladesh a quelle quasi romantiche della Hill Country nello Sri Lanka. Queste malesi delle Cameron highlands per quanto mi riguarda sono tra le più belle e fotogeniche. Il tè però è più buono in India o in Cina secondo me ( anche se forse non ho assaggiato il migliore ).

Molti di quelli che lavorano in queste piantagioni sono originari del Sud dell’India, quindi s’è creato un ambiente molto strano che è un mix di India, Sud Est Asiatico e Europa. E questi Indiani sono una versione più educata e meno folle di quelli dell’India, e in tutta onestà li ho trovati migliori dei loro ex compatrioti. E ovviamente si possono mangiare ottimi thali, parathe e masala dosai quasi uguali a quelli dell’India, in ristoranti moderni e puliti però.

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Come detto le piantagioni da tè sono spettacolari, ce ne sono varie nei dintorni di Tanah Rata, la piccola cittadina che è un po’ la “capitale” delle Cameron Highlands. Le più accessibili e frequentate sono quelle della Bharat e quelle della BOH, che è la compagnia più grande della Malesia. Queste ultime possono essere abbinate ad un bel minitrek nella giungla ( consigliato, anche se c’è il rischio di impantanarsi ): c’è un sentiero che parte da Brinchang e sale in cima al Gunung Brinchang, dove la vista non è granchè ma c’è una torretta di osservazione che si può salire. Poi si può seguire la strada prima nel bellissimo bosco e poi tra suggestive fattorie e scendere fino alle piantagioni da tè e alla tea factory, dove ci sono un piccolo museo, un bel view deck e dove si può assaggiare il tè con ottimi pasticcini. Paesaggi favolosi, tutto verdissimo e meravigliosamente pittoresco.  Quindi si può fare l’autostop fino a Brinchang e prendere l’autobus o un taxi, o anche fare un pezzo a piedi per vedere una delle farm o la cactus valley.

Ho trovato veramente molto gradevole il clima: Tanah Rata si trova attorno ai 1500 metri e ci sono 20-25 gradi di giorno e un bel fresco la sera. Se stai viaggiando da mesi nel Sud Est Asiatico ( dove in generale c’è un caldo umido abbastanza sgradevole che ti toglie tutte le energie, soprattutto nelle città ) qualche giorno in queste highlands è una piacevolissima pausa rigenerante.

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Come al solito però non posso fare a meno di citare anche ciò che non mi è piaciuto, perché ci sono cose negative anche nei posti che a prima vista possono sembrare dei paradisi, anche se molti preferiscono dire che è sempre tutto bellissimo. In primo luogo dal mio punto di vista tutto è troppo a misura di turista organizzato, è vero che puoi perderti per ore in una bella piantagione di tè o anche nella giungla, ma appena ti avvicini alla strada sembra tutto quasi un parco a tema creato apposta per i turisti: oltre alle tea factory ci sono le strawberry farm, le butterfly farm, le rose farm, le honey bee farm… c’è perfino una cactus valley ( che da esperto sono andato a vedere e si è rivelata un po’ deludente a dire il vero, anche se c’erano dei bei esemplari giganti. Quasi meglio il cactus point che è un enorme vivaio sulla statale che ho trovato per caso ). E anche quasi tutti i backpackers girano con i tour, comodi e economici ma… insomma, mi ripeti di continuo che tu sei viaggiatore e non turista e poi non sei in grado/non hai voglia di prenderti un paio di autobus pubblici ( o di fare l’autostop ) e farti qualche chilometro a piedi per vedere due piantagioni da tè? Questo eccessivo sfruttamento turistico ha ovviamente avuto anche un effetto nefasto sull’ambiente e sono spuntati come funghi degli enormi edifici orrendi che nulla hanno a che fare con un luogo così poetico.

cameron highlands

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In conclusione direi che queste Cameron Highlands meritano sicuramente una visita di qualche giorno ( possono essere un’ottima tappa intermedia tra Penang e Kuala Lumpur ), soprattutto per i paesaggi spettacolari e il buon cibo. L’ambiente non è granché ma c’è ampio spazio per farsi gli affari propri e girare in modo indipendente, e in realtà non è che sia proprio un posto completamente rovinato come quelli classici del banana pancake trail.

2 Replies to “Green is the colour”

  1. Non potevo non ripassare…

    bellissime foto (come sempre)

    Citi come aspetto negativo il fatto che “appena ti avvicini alla strada sembra tutto quasi un parco a tema creato apposta per i turisti”… sfortunatamente questo ha segnato il modo per certi paesi e culture per “migliorare il proprio stile di vita”

    detto questo… bellissimo post: MADRE NATURA, l’acqua e il verde WOW

    1. Non c’è niente di male nè nel voler migliorare il proprio stile di vita nè nel sfruttare dei bei posti col turismo, però secondo me sarebbe meglio farlo in altri modi, soprattutto in luoghi come questi dove meno fai e meglio è, perchè la vera attrazione è la natura. E’ un po’ lo stesso discorso dello sfruttamento delle risorse naturali, è sciocco pensare che stati come la Malesia non debbano arricchirsi con ciò che hanno, ma allo stesso tempo si può criticare il metodo. Comunque il posto è veramente bello, un bel mix di natura selvaggia tropicale e piantagioni di tè curate in modo impeccabile. Paesaggi favolosi che ( con le dovute differenze ) ricordano il centro Italia.

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