( West Bengal, India )
Calcutta…
Una città che forse in passato ha avuto un certo fascino, ma oggi è la classica orribile megametropoli indiana, un concentrato di brutture architettoniche e umane che è davvero difficile trovare gradevole. E anche quello che c’era di bello costruito dagli inglesi purtroppo è stato in gran parte lasciato andare in rovina oppure, come i bellissimi parchi, trasformato in discarica. Si salva solo il Victoria Memorial e poco altro.
In realtà l’avevo già vista, molti anni fa. In quel viaggio avevo già visitato Bombay, Trivandrum e Madras, e ne avevo abbastanza di grandi città dell’India, quindi ci passai solo un giorno per dividere in due il viaggio tra Puri e Varanasi. Era una città disperata. Si camminava tra rifiuti e mendicanti, fogne a cielo aperto e baracche. Mi sembrò una città senza futuro, all’epoca nessuno immaginava un’India in grado di intraprendere una via di sviluppo che l’avrebbe portata ad essere uno dei Paesi con il più alto tasso di crescita. Oggi molte cose sono cambiate: i poverissimi e i miserabili di un tempo sono rimasti tali, ma quelli che erano semplicemente poveri sono diventati parte di quella classe emergente che ha raggiunto un relativo benessere economico, e oggi può permettersi di guardare all’occidente con occhi diversi. Le strade non sono pulite ma nemmeno sporchissime e i poveri che dormono nei marciapiedi sono relativamente pochi.
Il quartiere “lonely planet” nell’area di Sudder Street è il più brutto e squallido che abbia mai visto, e tra l’altro anche qui l’80% dei viaggiatori sono i famigerati “flashpackers”, questi esseri quasi mitologici con il corpo da backpacker, la testa da turista e le mani che ormai si sono fuse con vari oggetti elettronici che in genere hanno uno strano logo a forma di mela.
In ogni caso ci sono anche cose che mi sono piaciute di Calcutta:
Il cibo di strada: ho girato quasi tutta l’India per più di vent’anni e sono stato in tutte le metropoli, e posso affermare quasi con certezza che in questa città si trova il migliore ed il più economico cibo di strada del Paese. C’è un baracchino ogni 50 metri e i prezzi sono davvero irrisori: un puri ( per colazione ) con il chai ti costa 10/12 rupie, un masala dosai o un chola batura tra le 20 e le 30 rupie, un thali vegetariano si può trovare anche a 20 rupie. All’epoca il cambio era 70 rupie per 1 euro, quindi con meno di un euro puoi farti tre ottimi pasti al giorno.
I chai shop: ovviamente ci sono chai shop in tutta l’India ma quelli di Calcutta hanno qualcosa in più, ci si trova sempre gente interessante e soprattutto il chai viene servito non nel bicchiere di plastica o di vetro ( in genere sporchissimo ) ma in quello di terracotta.
I mezzi pubblici: questa città è enorme e se non si vuole farsi fregare dagli uomini cavallo o dai tassisti bisogna capire in fretta come funzionano i mezzi pubblici. Con un minimo di impegno si può abbinare l’ottima metro con qualche tram e autobus e ci si riesce a muovere senza troppi problemi spendendo quasi niente ( se non ricordo male il massimo che si può spendere con la metro sono 6 rupie ). Questi mezzi sono sempre molto affollati e ogni viaggio è sempre un’esperienza diversa, e soprattutto non sai mai quando arrivi.
Il tempio della Dea Kali ( Kalighat temple ): ci sono andato in un giorno di festa ( Sivaratri ) ed era affollatissimo, ho fatto la lunga coda con i pellegrini per il darshan e sono rimasto realmente impressionato dall’atmosfera e dalla bellezza dell’idolo.
Il mercato dei fiori sotto il ponte di Howrah: camminando tra gli slum sotto il ponte di Howrah ho scoperto il mercato all’ingrosso dei fiori, coloratissimo, vivacissimo e popolato della più variopinta umanità.
Belle foto FAbri, complimenti. Non sono passato da queste parti nel mio viaggio in in India, chissà che non lo faccia presto. Per il Chai anche io preferisco il bicchierino di terracotta, che ho trovato nell’India centrale ma non in quella del nord.. vero???
A presto Fabri
roby
Bé secondo alcuni Calcutta ha un certo fascino, ma io sono abbastanza insofferente a queste metropoli indiane e non riesco a coglierne i lati positivi. Il Nord Est comunque è molto diverso dall’India classica, è davvero come viaggiare in altri paesi. I bicchieri di terracotta purtroppo sono sempre meno usati, e si fa sempre più uso della plastica, che piace molto agli indiani. Me li ricordo anche a Varanasi, sia per il chai che per il lassi, non so se li usano ancora.