Batticaloa Express

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Alle 10, con un po’ di ritardo, arriva piano sbuffando un trenino vecchissimo tutto arrugginito con tre o quattro vagoni, e si ferma ad un centinaio di metri dalla stazione.
“Is that the train to Badulla?”, chiedo perplesso ad un annoiato controllore.
“yes”

Anche per i miei standard di viaggiatore vagabondo che ha visto il peggio del trasporto mondiale questo treno è veramente pessimo, anche perché i vagoni passeggeri sono solo due e strapieni, quindi mi tocca salire su quello merci. In realtà poi alla fine si rivelerà un bellissimo viaggio, quasi da hobo in una storia di Jack London.

batticaloa express

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I viaggi in treno in Sri Lanka, soprattutto negli ultimi anni, sono diventati vere e proprie attrazioni turistiche: paesaggi bellissimi tra verdi colline coltivate a tè, ponti, gallerie e treni vecchissimi da film d’avventura ambientati ai tempi del colonialismo. Purtroppo ( o per fortuna a seconda dei punti di vista ) la compagnia ferroviaria sta rinnovando il parco treni e quelli nuovi cinesi non hanno certo l’appeal di quelli vecchi. Questi viaggi sono davvero una cosa molto turistica e in genere ci sono più turisti che locali, soprattutto nella Hill Country dove a volte si può avere quasi l’impressione di essere in una specie di parco divertimenti, tra grupponi di cinesi e americani con camicia hawaiana che fanno foto e video a qualsiasi cosa. Comunque l’unico treno veramente “normale” sul quale ho viaggiato è stato quello della Mannar Line da Mannar ad Anuradhapura, dove c’era poca gente e solo locale.

In ogni caso su questo treno tutti scendono ad Ella, probabilmente la località più nota della Hill Country, quindi posso godermi l’ultima parte di viaggio nel vagone semivuoto. Ella l’avevo già vista nel primo viaggio, mi era piaciuta ma non avevo molta voglia di tornarci, visto che è più cara, c’è più gente ed è molto più orientata allo sfruttamento turistico rispetto ad Haputale.
Arrivo quindi nel primo pomeriggio a Badulla, una città abbastanza anonima poco frequentata dai viaggiatori. Trovo facilmente una sistemazione in un hotel ( con un bel bar al piano terra che sembra quelli nostri degli anni cinquanta ) e quindi vado a farmi un giro e a vedere se è facile trovare un bus per Batticaloa, dove vorrei andare l’indomani. Dopo una ventina di giorni in zone abbastanza battute, dove lo straniero non è certo una novità, inizia una seconda parte di viaggio in una zona dell’isola che non è sconosciuta ma che non fa parte del giro classico che quasi tutti fanno, quindi anche il rapporto con i locali è molto diverso. Sono tutti molto gentili e amichevoli, anche quelli del bar dove mi fermo la sera a bere un paio di lion strong e a mangiare noccioline.
La stazione è molto ben organizzata con cartelli bilingue e banchine numerate ma avrò lo stesso qualche problema a trovare il bus giusto, visto che ce ne sono solo 3 o 4 al giorno diretti e il primo non parte né all’ora che mi avevano detto né dalla banchina col cartello Batticaloa, ma per fortuna un simpatico tizio mi dà una mano e riesco a prenderlo al volo. Un bel viaggio, si esce dalla Hill Country e poi si attraversa una verde pianura fino al mare. Qua e là si notano molti ruderi di edifici distrutti o incendiati, testimonianze di una lunga guerra finita solo pochi anni fa.

batticaloa

batticaloa

batticaloa
Batticaloa ( chiamata anche semplicemente Batti ) secondo me è molto bella e mi è piaciuta subito. E’ vero che ci sono anche zone della città un po’ degradate e squallide ma in un posto del genere ci può anche stare. E’ una città abbastanza particolare che si sviluppa attorno a varie lagune, con il centro su una piccola isola e il resto sparso qua e là più o meno vicino al mare, in un contesto naturale tropicale veramente molto bello. Anche se ha circa centomila abitanti questa strana posizione tra il mare e la laguna la fa sembrare più un gruppo di piccoli villaggi che una vera città.
Trovo facilmente l’ostello della YMCA che è vicino alla stazione e che sarà il primo di una lunga serie, spesso qui in Sri Lanka questi ostelli sono i posti migliori per i viaggiatori a basso budget, visto che offrono camere pulite e molto economiche. In questo c’è anche una specie di cappella dove la sera cantano fino a tardi ( era il periodo festivo alla fine dell’anno ).

Batticaloa

Batticaloa

Batticaloa
L’ambiente è completamente diverso da quello della costa Ovest o anche dell’interno: non ci sono turisti stranieri e i locali sono in maggioranza indù e cristiani, ma c’è anche una significativa presenza di mori ( musulmani locali ) e buddisti. Anche in questa zona ci furono molte tensioni e combattimenti violentissimi durante la guerra civile: la città in realtà fu sempre sotto il controllo governativo ma una specie di “governo parallelo” dell’LTTE controllava i dintorni e in un certo senso anche gran parte della città. Soprattutto tra gli anni ottanta e novanta fu teatro di episodi davvero drammatici, come il massacro di 150 civili musulmani nella vicina moschea di Kattankudi. Ad un certo punto diventò una vera e propria guerra “tutti contro tutti”, con anche combattimenti tra diverse fazioni della stessa parte. Ma ora apparentemente sono riusciti a trovare un equilibrio tra i vari gruppi etnici e sembra un luogo molto pacifico.

A tratti mi ha ricordato un po’ certe città del Sud dell’India anche se ci sono alcune cose abbastanza diverse, a partire dalle persone, che sono molto più amichevoli, gentili, affabili, aperte mentalmente, impegnate nel sociale e in generale molto più pragmatiche. Ho incontrato vari tizi che mi hanno davvero colpito per i loro modi cordiali, la sincera ospitalità, l’ottima cultura e la classica curiosità ingenua di chi è poco abituato ad interagire con degli stranieri.
L’architettura è un mix di vari stili, nel centro ci sono molti edifici coloniali dell’epoca delle dominazioni portoghese e danese ( tra i quali un castello e bellissimo collegio ), un tempio indù in classico stile del Sud dell’India e un numero esagerato di chiese di ogni confessione possibile e immaginabile.

Batticaloa

Batticaloa

Batticaloa

Batticaloa
Ci sono anche delle spiagge più che accettabili, a qualche chilometro dal centro. Può essere anche una bella camminata ( una delle tante possibili, questa città offre moltissimo ai camminatori ), si attraversa il Kallady Bridge ( meglio quello vecchio ) oltre la Batticaloa Lagoon e poi si entra in una bellissima zona residenziale con belle casette e tante palme. La spiaggia è lunghissima, praticamente deserta e si divide in almeno due parti ( Kallady e Navalady ). Da qualche parte credo ci siano anche dei resort e qualche guesthouse che però io non ho visto. Se piace il genere “spiagge selvagge un po’ sporche e trascurate ma senza turisti” può essere un buon posto per passarci qualche giornata di relax sotto qualche palma. Quando ci sono andato io non c’era quasi nessuno, a parte qualche bambino e un paio di pescatori. Questa zona fu una delle più colpite dallo tsunami del 2004 e ci sono ancora vari resti della devastazione lasciata da quella tragedia, in particolare i resti del piccolo tempio indù dedicato a Murugan con il gopuram quasi “divelto” dalla furia dell’onda. Le spiagge più belle di Pasikudah e Kalkudah si trovano a nord, a circa 30 km, e si possono raggiungere abbastanza facilmente con l’autobus.

E’ una città bella ma senza grandi attrazioni turistiche, quindi credo che resterà molto tranquilla anche in futuro, o almeno più di Trincomalee più a nord dove invece qualche segnale di cambiamento già si vede.

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